Un invito allo slancio, all’impegno e soprattutto all’apertura a ciò che è nuovo. Le autorità dell’Iss hanno illustrato la campagna di prevenzione del tumore della cervice uterina mediante il nuovo pap test, approfittando di questa occasione per rispondere alle polemiche scaturite dal percorso intrapreso. Un percorso, quello del sistema sanitario, approvato e condiviso dalla segreteria competente e che ha tra i suoi obiettivi proprio la prevenzione. Estendere lo screening a tutta la popolazione femminile a rischio esige un impegno diverso, che va dal numero di operatori alle sedi ai nuovi macchinari. Si tratta di un cambiamento radicale, un passaggio da un sistema – quello dell’adesione spontanea - che andava bene in passato, ma che oggi non è più sufficiente. 'Lo screening su chiamata richiede una organizzazione nuova, ma tutto ciò che si sta facendo - ha precisato il professor Fortunato Vesce - non lascia spazio all’improvvisazione e la scelta di modificare le abitudini è avvenuta con il consenso della quasi totalità degli operatori sanitari'. Alla presentazione sono intervenuti anche tre medici esperti provenienti dall’università di Ferrara. Fu infatti proprio lì che ebbe inizio lo screening di massa per i tumori della cervice uterina. Oggi in tutti i paesi più avanzati il Pap-test viene adoperato su vasta scala. Studi recenti hanno inoltre stabilito che nella quasi totalità dei casi la malattia è causata dal virus del papilloma umano, l’HPV. Ora anche a San Marino è possibile effettuare questo tipo di test, che si affianca al programma di screening del pap test e lo completa. 'Quello che sta compiendo San Marino - hanno spiegato - è un cammino nella modernità, con l’adesione delle linee guida internazionali.
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