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Tumore ovarico: l'esperto spiega come riconoscerlo e affrontarlo; guardando anche alla storia familiare

7 mag 2022
Giovanni Scambia
Giovanni Scambia

Torna domenica 8 maggio la giornata mondiale dedicata al tumore ovarico. In Italia ogni anno sono oltre 5 mila le nuove diagnosi e i sintomi spesso vaghi e sovrapponibili ai più comuni disturbi gastrointestinali fanno si che la diagnosi arrivi troppo tardi. Ma alcuni accorgimenti possono fare la differenza.

Benedetta de Mattei ne ha parlato con uno dei massimi esperti in questo campo, Giovanni Scambia – Direttore U.O.C Ginecologia Oncologica del Policlinico Agostino Gemelli e Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università Cattolica di Roma.

Quanto è diffuso il tumore alle ovaie in Italia e nel mondo?
Il cancro ovarico rappresenta circa il 30% di tutti i tumori maligni dell’apparato genitale femminile e occupa il decimo posto tra tutti i tumori nelle donne, con il 3% di tutti i casi. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati tra i 5.000 e 5500 nuovi tumori ovarici e 30.000 circa sono le donne attualmente in trattamento.

Esistono dei fattori di rischio, quali sono?
Un fattore di rischio grave, quello maggiormente associato a un incremento del rischio di sviluppare questa neoplasia è una storia familiare di tumori maligni ginecologici, in particolare all'ovaio e alla mammella, ma anche al pancreas. Ciò si verifica in presenza di particolari mutazioni genetiche (geni BRCA1-BRCA2), che predispongono a questo tipo di carcinoma. Oggi noi sappiamo infatti che circa il 40% di questi casi possono essere su base familiare, tenga presente che una donna che ha una mutazione genetica del BRCA ha una possibilità di sviluppare questo tumore da 20 a 40 volte superiore rispetto alla popolazione normale.

Quali sono i campanelli di allarme a cui fare attenzione?
Solo raramente riusciamo a diagnosticare il tumore ovarico in fase iniziale perché i sintomi sono subdoli, inizialmente assenti, e quando ci sono si confondono con quelli di tipo gastrointestinale, colitico, tanto è vero che le pazienti vanno generalmente prima dal gastroenterologo o dal medico di base ed arrivano dal ginecologo tardi proprio per questo motivo.
Quindi il vero problema è che quasi sempre non abbiamo la possibilità di fare una diagnosi precoce se non, l’unica possibilità di prevenzione, identificando attraverso il test genetico le donne che hanno una familiarità per questo tumore e quando necessario asportando chirurgicamente le ovaie una volta finito il desiderio riproduttivo.
I campanelli d’allarme a cui prestare attenzione sono ad ogni modo disturbi colitici, come gonfiore addominale, meteorismo o difficoltà a digerire.

Come fare prevenzione?
Non esistono, al momento, programmi di screening scientificamente affidabili per la diagnosi precoce del tumore dell'ovaio. La visita annuale dal ginecologo, con ecografia transvaginale di controllo, è consigliabile ma l’unica forma di prevenzione che possono fare le donne è appunto studiare la familiarità e quelle, con mutazione ereditaria nei geni BRCA1 e/o BRCA2, che sono a rischio devono fare dei controlli molto stretti, ogni 6 mesi, o eventualmente rimuovere le ovaie.



Come si arriva alla diagnosi?
Alla diagnosi si arriva in genere come abbiamo detto tardivamente, il primo esame è l’ecografia transvaginale a cui segue poi una tac ed analisi del sangue per valutare i markers, anche se la diagnosi definitiva è chirurgica.

Come si cura?
Il carcinoma all’ovaio è una malattia complessa ed eterogenea per il trattamento della quale disponiamo essenzialmente di due armi: la chirurgia e la chemioterapia. Sicuramente le donne oggi sopravvivono di più e meglio, i trattamenti sono più efficaci ed abbiamo dei farmaci a disposizione che anni fa non avevamo. I PARP inibitori, in grado di stabilizzare e rallentare sensibilmente la progressione della malattia, sono quelli che hanno un po’ cambiato l’evoluzione di questo tumore. Abbiamo inoltre imparato a gestire meglio le recidive della malattia sia con la chirurgia che con la terapia medica. Detto questo sicuramente oggi il panorama è migliorato rispetto ad anni fa e attraverso la storia familiare oggi è possibile fare un’importante prevenzione. Ci sono inoltre allo studio molti nuovi farmaci che potrebbero ulteriormente migliorare questi risultati e possiamo dunque essere ottimisti.

Cosa consiglia oggi alle donne?
Alle donne oggi vorrei dire due cose. La prima è che il tumore ovarico è una diagnosi che comprensibilmente spaventa ma che oggi devono affrontare la malattia con più fiducia perché tante cose sono cambiate e molte stanno cambiando.
Il secondo consiglio è quello di guardare alla propria storia familiare: chiunque abbia in famiglia una persona con tumore ovarico o tumore della mammella o anche, perché è lo stesso gene, tumore del pancreas deve andare in un ambulatorio per i tumori eredo-familiari ed eventualmente eseguire il test dei geni BRCA1 e BRCA2 perché può aiutare a capire e ad indirizzare le donne nella maniera più corretta.

Benedetta de Mattei












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