Il volto coperto dal passamontagna, indosso una mimetica dell'Esercito Italiano, come dimostrano le inconfondibili stellette sul bavero. Si presenta così il miliziano filorusso, la cui immagine è apparsa in queste ore sia sul web, sia sulla stampa nazionale. Ritratto mentre tiene a debita distanza gli ispettori OSCE accorsi sul luogo della sciagura del Boeing malese, nell'Est Ucraina. Tra le stesse fila si intravvede anche un'altra uniforme occidentale, quella desertica inglese. Sarebbero contractors, mercenari alle dipendenze di un'agenzia di sicurezza paramilitare. Lo rivela la qualità dell'equipaggiamento in dotazione: dal combat jacket, agli anfibi tattici. Del tutto differente da quello degli altri guerriglieri locali, con uniformi del blocco dell'Est - per lo più russe - anche piuttosto malandate, e scarpe inadatte alla vita militare.
“In base alle testimonianze raccolte da fonti vicine alle milizie – fa sapere la nostra corrispondente dall'Ucraina, Viktoriia Polishchuk - si tratta di stranieri venuti dall'Occidente a combattere per denaro. Ma la maggior parte di loro sono russofoni. Uniformi di militari italiani si possono trovare in modo illegale, quindi ciò non significa – precisa la Polishchuk - che quello fotografato sia necessariamente un cittadino italiano. Ci sono tante divise differenti. Questa è una guerra senza regole internazionali” - conclude. Autorevoli fonti italiane ci hanno però dichiarato che reperire divise di quel genere, utilizzate dalle forze italiane in teatro, è molto difficile persino per i soldati in servizio”. Di certo c'è che un italiano sta combattendo dalla parte dei governativi ucraini, nel Battaglione Azov: milizia che raccoglie elementi di estrema destra da vari Paesi d'Europa: dalla Spagna alla Svezia. E' un ex manager di 53 anni, neofascista; rilascia interviste senza problemi: ad Al Jazeera come al Giornale. Quanto ai veri e propri contractors, fonti filo-russe parlano da mesi della presenza di mercenari americani impegnati nella cosiddetta "operazione anti-terrorismo" lanciata dalle autorità di Kiev contro i separatisti. Secondo un'inchiesta del quotidiano tedesco "Bild am Sonntag" sarebbero circa 400, della società di sicurezza privata Academi. Notizia che tuttavia non trova conferme nè a Kiev nè a Washington.
Silvia Pelliccioni
“In base alle testimonianze raccolte da fonti vicine alle milizie – fa sapere la nostra corrispondente dall'Ucraina, Viktoriia Polishchuk - si tratta di stranieri venuti dall'Occidente a combattere per denaro. Ma la maggior parte di loro sono russofoni. Uniformi di militari italiani si possono trovare in modo illegale, quindi ciò non significa – precisa la Polishchuk - che quello fotografato sia necessariamente un cittadino italiano. Ci sono tante divise differenti. Questa è una guerra senza regole internazionali” - conclude. Autorevoli fonti italiane ci hanno però dichiarato che reperire divise di quel genere, utilizzate dalle forze italiane in teatro, è molto difficile persino per i soldati in servizio”. Di certo c'è che un italiano sta combattendo dalla parte dei governativi ucraini, nel Battaglione Azov: milizia che raccoglie elementi di estrema destra da vari Paesi d'Europa: dalla Spagna alla Svezia. E' un ex manager di 53 anni, neofascista; rilascia interviste senza problemi: ad Al Jazeera come al Giornale. Quanto ai veri e propri contractors, fonti filo-russe parlano da mesi della presenza di mercenari americani impegnati nella cosiddetta "operazione anti-terrorismo" lanciata dalle autorità di Kiev contro i separatisti. Secondo un'inchiesta del quotidiano tedesco "Bild am Sonntag" sarebbero circa 400, della società di sicurezza privata Academi. Notizia che tuttavia non trova conferme nè a Kiev nè a Washington.
Silvia Pelliccioni
Riproduzione riservata ©