Nel suo messaggio natalizio Urbi et Orbi dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, il Papa lancia un appello per la pace in Siria, "profondamente ferita e divisa da un conflitto che non risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti". Un appello alla pace anche nella Terra dove è nato il Redentore, affinché Israeliani e Palestinesi trovino “il coraggio di porre fine a troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino del negoziato". Pace "nei Paesi del Nord Africa, che attraversano una profonda transizione alla ricerca di un nuovo futuro - in particolare in Egitto, terra amata e benedetta dall'infanzia di Gesù - i cittadini costruiscano insieme società basate sulla giustizia, il rispetto della libertà e della dignità di ogni persona". Benedetto XVI dedica inoltre un passaggio anche "ai nuovi Dirigenti della Repubblica Popolare Cinese per l'alto compito che li attende", auspicando che si "valorizzi l'apporto delle religioni, nel rispetto di ciascuna". Che il Natale "favorisca il ritorno della pace nel Mali e della concordia in Nigeria – aggiunge il Pontefice – dove efferati attentati terroristici continuano a mietere vittime, in particolare tra i cristiani". Infine, ai fedeli radunati in Piazza San Pietro e a tutti coloro che lo hanno ascoltato attraverso radio e tv in tutto il mondo, gli auguri di Buon Natale di Sua Santità in 65 lingue.
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