“L'unico motivo per cui si sta dando risalto al tema dell'hackeraggio, è che la sconfitta dei Democratici è stata enorme e sono completamente in imbarazzo”. E' con un tweet che Donald Trump lascia intendere che, probabilmente, non darà alcuna importanza al dossier delle mail violate. Non per niente – prima del briefing con i vertici dell'intelligence – aveva parlato di “caccia alle streghe”. I servizi segreti, dal canto loro, sostengono che fu lo stesso Putin ad ordinare una campagna per influenzare le elezioni americane; al momento – tuttavia – non è stata resa nota alcuna prova. Non può essere considerata tale il fatto che alti funzionari del Cremlino avessero festeggiato la vittoria di Trump, come riportato dal britannico Independent, che cita peraltro fonti anonime. L'impressione di alcuni analisti è che l'intelligence americana abbia, al momento, poco tra le mani – di davvero concreto – per collegare l'hackeraggio a Mosca. Nel rapporto – ad esempio – si parla di “alto livello di fiducia”, e non di prove, nell'indicare i servizi militari russi come gli autori del passaggio delle mail a Wikileaks. Nel frattempo sale l'allerta negli aeroporti dopo la sparatoria di Fort Lauderdale, costata la vita a 5 persone. Il killer è Esteban Santiago: un ex militare di origine portoricana, a quanto pare con disturbi psichici. Lo scorso anno andò dall'Fbi dicendo di essere “costretto a combattere per l'Isis”. Ci si chiede perché – alla luce di tutto ciò – gli fosse ancora consentito di detenere un'arma. Enorme sdegno, infine, ha destato la vicenda di 4 afro-americani arrestati a Chicago, per aver sequestrato, umiliato e torturato un giovane con problemi mentali, lanciando offese contro i bianchi e Donald Trump. Il tutto trasmesso in diretta tramite Facebook live. I 4 – tra le altre cose – dovranno rispondere anche del reato di odio razziale.
Riproduzione riservata ©