Logo San Marino RTV

Vicenda Asset Banca: gli interrogatori dei tre sammarinesi

9 gen 2008
Vicenda Asset Banca: gli interrogatori dei tre sammarinesi
Alla luce degli esiti dell’interrogatorio, il legale di Stefano Venturini, Moreno Maresi, ha ritenuto ci siano tutti gli elementi per chiedere la revoca della custodia cautelare in carcere e ha già presentato la richiesta al Pm Fabio Di Vizio. Il commercialista sammarinese - consigliere di Asset Banca e della Banca di Credito e di Risparmio di Romagna – durante l’interrogatorio di garanzia durato circa 3 ore, ha risposto con precisione alla sequela ininterrotta di domande che gli sono state rivolte dagli inquirenti negando qualsiasi coinvolgimento personale nel presunto flusso di denaro sporco tra le due banche. Poco prima della mezzanotte si sono conclusi anche gli interrogatori di garanzia di Stefano Ercolani presidente di Asset Banca e di Barbara Tabarrini direttore generale. I due sammarinesi, difesi da Alessandro Petrillo e Beniamino Migliucci, hanno ribadito la legittimità del loro operato.
L’inchiesta “Re Nero” è partita il 12 settembre. Da quella data sono stati intercettati i telefoni cellulari di Venturini, Ercolani, Tabarrini e di un quarto sammarinese, dipendente di Asset Banca.
Il primo ad essere sentito dagli inquirenti è stato Tristano Zanelli, 63 anni, bancario in pensione, che avrebbe confermato tutto l’impianto accusatorio del sostituto procuratore Fabio Di Vizio. E’vero, avrebbe detto, che Banca di Credito e Risparmio di Romagna è nata soprattutto per rifornire di soldi in nero la Asset Banca. Sempre secondo Zanelli, il presidente dell’istituto di credito sammarinese Stefano Ercolani, disse subito che a comandare era lui, anche se in realtà non figurava da nessuna parte nell’organigramma dell’istituto. Zanelli si sarebbe definito il braccio destro operativo di Ercolani. In quasi due anni, avrebbe dichiarato, io stesso, in più viaggi, ho portato a San Marino quasi 4 milioni di euro in nero. Tutti soldi di imprenditori e commercianti, molti di loro di Forlì, che volevano evadere il fisco.

Riproduzione riservata ©