Conclusi gli interrogatori di garanzia al Tribunale di Forlì. Gli ultimi, ad essere sentiti dal giudice per le indagini preliminari Rita Chierici, i tre indagati agli arresti domiciliari per ragioni di età: Vincenzo Dell’Aquila, presidente della Bcr, Gabriele Vignoletti consigliere della stessa banca e Arnaldo Corbara titolare della “Mareco Plastic” di Bertinoro, anche lui consigliere della Banca di Credito e Risparmio di Romagna. Nei giorni scorsi erano stati interrogati tutti gli indagati finiti in cella. I difensori dei 3 sammarinesi attendono ancora una risposta alla richiesta di scarcerazione per Stefano Venturini, Barbara Tabarrini e Stefano Ercolani. Il Presidente di Asset Banca viene considerato dagli inquirenti la “mano segreta” che muoveva tutte le maggiori attività dello sportello forlivese della Bcr. Accuse che i legali dell’indagato rispediscono al mittente. Sono confortato dalla consapevolezza, dichiara l’avvocato Alessandro Petrillo che riusciremo a dimostrare la completa correttezza e legittimità dei comportamenti dei nostri assistiti. E mi conforta l’idea, conclude, che alla lunga questa vicenda possa essere candidata ad una soluzione favorevole per Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini.
Sono invece stati concessi i domiciliari a Tristano Zanelli, consigliere della Bcr che avrebbe affermato di avere lui stesso portato alla Asset Banca di San Marino più di 4 milioni in due anni, e al direttore generale della Banca di Credito e di Risparmio di Romagna Fabrizio Neri che avrebbe ammesso di essere stato a conoscenza dei fondi neri, ma di non averli mai personalmente trattati.
Intanto all’inchiesta “Re Nero” si aggiungono montagne di documenti, fatture, registri contabili e computer sequestrati dalla Guardia di Finanza nel corso di una quarantina di ispezioni in aziende e studi commerciali in Emilia Romagna, Marche, Toscana e Lazio. E si comincia anche a sapere di più sulla partenza dell’inchiesta. Tutto è cominciato nella scorsa primavera quando il signor G (queste le iniziali del suo nome), 43 anni, residente in Riviera, viene defenestrato da un giro di soldi in nero. Allora decide di andare alla polizia e rovescia una montagna di accuse su due banche. Tra la Banca di Credito e Risparmio di Romagna e Asset Banca di San Marino, dice il signor G – lui stesso indagato per riciclaggio - c’è un enorme giro di soldi sporchi. La procura di Forlì fa partire indagini e intercettazioni telefoniche. Tra gli indagati anche tre dipendenti di Asset banca. Secondo l’accusa erano loro a portare materialmente i soldi neri a San Marino.
Sono invece stati concessi i domiciliari a Tristano Zanelli, consigliere della Bcr che avrebbe affermato di avere lui stesso portato alla Asset Banca di San Marino più di 4 milioni in due anni, e al direttore generale della Banca di Credito e di Risparmio di Romagna Fabrizio Neri che avrebbe ammesso di essere stato a conoscenza dei fondi neri, ma di non averli mai personalmente trattati.
Intanto all’inchiesta “Re Nero” si aggiungono montagne di documenti, fatture, registri contabili e computer sequestrati dalla Guardia di Finanza nel corso di una quarantina di ispezioni in aziende e studi commerciali in Emilia Romagna, Marche, Toscana e Lazio. E si comincia anche a sapere di più sulla partenza dell’inchiesta. Tutto è cominciato nella scorsa primavera quando il signor G (queste le iniziali del suo nome), 43 anni, residente in Riviera, viene defenestrato da un giro di soldi in nero. Allora decide di andare alla polizia e rovescia una montagna di accuse su due banche. Tra la Banca di Credito e Risparmio di Romagna e Asset Banca di San Marino, dice il signor G – lui stesso indagato per riciclaggio - c’è un enorme giro di soldi sporchi. La procura di Forlì fa partire indagini e intercettazioni telefoniche. Tra gli indagati anche tre dipendenti di Asset banca. Secondo l’accusa erano loro a portare materialmente i soldi neri a San Marino.
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