È già passato un anno dal nostro ultimo World Cafè. Un anno in cui, purtroppo, i lavori collettivi hanno avuto grosse limitazioni e un anno durante il quale i fronti su cui impegnarsi sono stati molteplici. Un altro anno durante il quale il contrasto alla violenza di genere non è andato nella direzione sperata. Ora, in occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere, facciamo ancora i conti con questo reato vile, che non conosce confini geografici né di status sociale o culturale. E San Marino non fa eccezione. Nonostante infatti il nostro impianto normativo sia ben strutturato, spesso all’atto pratico sono state individuate carenze che rendono le azioni non sufficientemente tempestive né incisive. Inoltre, detto impianto è datato e le nuove forme di violenza, quelle veicolate dai social non sono contemplate. Alle forme più difficilmente riconoscibili di violenza di genere, quali quella economica o quella psicologica, si aggiungono ora nuove e più subdole forme di violenza: quelle via social, che vedono le donne aggredite da insulti a sfondo sessista o vittime di body shaming. Un passo in avanti nella direzione giusta è stato fatto, con l'approvazione in prima lettura del pdl contro il revenge porn, ma ancora tanto c'è da fare. E ancora troppo spesso poca attenzione si pone alle parole usate dai media nelle narrazioni della violenza, in cui si dipinge il sopruso come follia e non come reato, e si trasforma un crimine in una forma di amore deviato. Che trasforma lo stalker in spasimante insistente e il molestare in allegro donnaiolo. In cui troppo spesso si cede alla colpevolizzazione della vittima perché “se l’è cercata”. Chiamare un uomo esasperato, folle, acciecato, pazzo e non assassino, violento delinquente, è violenza! Chiediamo a tutti maggior attenzione, chiediamo una revisione della legge sulla violenza di genere affinché le forme telematiche siano descritte e contemplate. Chiediamo maggiore vigilanza verso gli organi di informazione per la corretta narrazione della violenza. Chiediamo che tutti coloro che si macchiano di un reato tanto infame siano rimossi dai pubblici impieghi. Esortiamo tutte a denunciare per sé stesse e per tutte le donne che, purtroppo, non possono più farlo.
Comunicato stampa
Brave! (Repubblica Futura)