Nella giornata del 20 Novembre 2017 è stata pubblicato un articolo intitolato: San Marino. Apas: “Caccia al cinghiale a San Marino, una pratica crudele, inutile e pericolosa” al quale La Federazione Sammarinese della Caccia ritiene doveroso fare alcune precisazioni.
Premesso sempre il massimo rispetto per chi ha idee e convinzioni diverse si reputa necessario illustrare quanto segue.
In merito alla caccia al cinghiale si evidenzia che le norme di sicurezza sono il cardine su cui si basa tutta l’attività venatoria al cinghiale e la relativa disciplina; ciò in quanto l’utilizzo di un determinato tipo di munizioni è reso necessario dalle normative (sammarinesi ed estere) in considerazione soprattutto della biologia dell’animale.
Sul punto si intende però chiarire che la regolamentazione di questo tipo di caccia impone l’utilizzo delle armi solo in determinate e precise condizioni di sicurezza prefissate dalle normative vigenti.
Si precisa inoltre che i cacciatori che esercitano la caccia al cinghiale devono aver superato uno specifico esame di abilitazione che comprende anche una parte relativa al maneggio delle armi e delle munizioni da impiegare in questo determinato tipo di caccia.
In ordine alla sicurezza pubblica la Federazione Sammarinese della Caccia vuole evidenziare però anche i numerosi incidenti stradali che pressoché quotidianamente vedono protagonisti ungulati ed altri animali selvatici nella Repubblica di San Marino (senza contare le zone immediatamente limitrofe); argomento questo, spesso ignorato, ma che invece si ritiene necessiti di notevole attenzione.
Solo nell’ultimo anno, il numero di tali incidenti stradali sul territorio della Repubblica, ha superato abbondantemente il centinaio di episodi.
In ordine poi alle ulteriori forme di caccia, diverse dalla braccata, che possono essere poste in essere nei confronti della specie cinghiale (“girata” e “selezione”), si evidenzia che queste non hanno come finalità quella di “accontentare quei cacciatori più raffinati”, ma sono dirette a garantire invece interventi di gestione in quei luoghi ove, per ragioni appunto di sicurezza, antropiche ovvero biologiche e naturali, non è opportuno ovvero possibile porre in essere la “braccata” (unica forma di caccia possibile sulla specie cinghiale, sino a quest’anno, sul territorio della Repubblica).
La Federazione Sammarinese della Caccia, in ordine alla consistente presenza del cinghiale in Repubblica, ritiene altresì che debbano essere tenuti in alta considerazione i danni arrecati all’agricoltura e le difficoltà che gli agricoltori incontrano nel preservare e tutelare il frutto del loro lavoro e loro fonte di reddito.
Con questo breve intervento, si evidenzia altresì che l’aumento esponenziale del numero dei cinghiali deriva dalla fenomenologia della specie (la quale ha un incremento annuo del 180% - dato riscontrabile su fonti scientifiche) e dal facile reperimento ed abbondanza di risorse trofiche; non certamente a causa dell’attività venatoria.
La Federazione Sammarinese della Caccia illustra poi che l’attività venatoria al cinghiale in Repubblica si sviluppa per un periodo di molto inferiore rispetto alle zone immediatamente confinanti con il nostro territorio (ove sono utilizzati per la caccia agli ungulati gli stessi metodi e forme di caccia, oltre che le stesse tipologie di arma, dal 15 Aprile al 15 Marzo) e rileva che il cacciatore non ha potere decisionale su quali animali debbano essere cacciati e quali no, stante il fatto che sul punto vi sono normative e regolamenti che fissano specifici divieti (es. divieto di prelievo di cinghiali striati ovvero di femmine di cinghiale con al seguito cinghiali striati).
Su quanto sopra illustrato si precisa altresì che la “braccata” al cinghiale può essere svolta in soli due giorni fissi la settimana (mercoledì e sabato) ed in orari determinati, evidenziando anche che nella stagione di caccia corrente, nonostante il calendario venatorio prevedesse l’apertura della caccia al cinghiale il 21 di Ottobre, questa è necessariamente slittata per mancanza del relativo regolamento.
La Federazione Sammarinese della Caccia, ritenendo l’uomo parte dell’ecosistema in cui vive, sul quale incide, direttamente od indirettamente, con tutte le proprie attività, conclude queste precisazioni auspicando di aver chiarito, almeno in parte, la complessità della normativa che disciplina la gestione della specie cinghiale e l’attenzione posta riguardo a tutti gli interessi in campo nella sua predisposizione e stesura.
Il Presidente della F.S.d.C.
Pier Marino Canti
Premesso sempre il massimo rispetto per chi ha idee e convinzioni diverse si reputa necessario illustrare quanto segue.
In merito alla caccia al cinghiale si evidenzia che le norme di sicurezza sono il cardine su cui si basa tutta l’attività venatoria al cinghiale e la relativa disciplina; ciò in quanto l’utilizzo di un determinato tipo di munizioni è reso necessario dalle normative (sammarinesi ed estere) in considerazione soprattutto della biologia dell’animale.
Sul punto si intende però chiarire che la regolamentazione di questo tipo di caccia impone l’utilizzo delle armi solo in determinate e precise condizioni di sicurezza prefissate dalle normative vigenti.
Si precisa inoltre che i cacciatori che esercitano la caccia al cinghiale devono aver superato uno specifico esame di abilitazione che comprende anche una parte relativa al maneggio delle armi e delle munizioni da impiegare in questo determinato tipo di caccia.
In ordine alla sicurezza pubblica la Federazione Sammarinese della Caccia vuole evidenziare però anche i numerosi incidenti stradali che pressoché quotidianamente vedono protagonisti ungulati ed altri animali selvatici nella Repubblica di San Marino (senza contare le zone immediatamente limitrofe); argomento questo, spesso ignorato, ma che invece si ritiene necessiti di notevole attenzione.
Solo nell’ultimo anno, il numero di tali incidenti stradali sul territorio della Repubblica, ha superato abbondantemente il centinaio di episodi.
In ordine poi alle ulteriori forme di caccia, diverse dalla braccata, che possono essere poste in essere nei confronti della specie cinghiale (“girata” e “selezione”), si evidenzia che queste non hanno come finalità quella di “accontentare quei cacciatori più raffinati”, ma sono dirette a garantire invece interventi di gestione in quei luoghi ove, per ragioni appunto di sicurezza, antropiche ovvero biologiche e naturali, non è opportuno ovvero possibile porre in essere la “braccata” (unica forma di caccia possibile sulla specie cinghiale, sino a quest’anno, sul territorio della Repubblica).
La Federazione Sammarinese della Caccia, in ordine alla consistente presenza del cinghiale in Repubblica, ritiene altresì che debbano essere tenuti in alta considerazione i danni arrecati all’agricoltura e le difficoltà che gli agricoltori incontrano nel preservare e tutelare il frutto del loro lavoro e loro fonte di reddito.
Con questo breve intervento, si evidenzia altresì che l’aumento esponenziale del numero dei cinghiali deriva dalla fenomenologia della specie (la quale ha un incremento annuo del 180% - dato riscontrabile su fonti scientifiche) e dal facile reperimento ed abbondanza di risorse trofiche; non certamente a causa dell’attività venatoria.
La Federazione Sammarinese della Caccia illustra poi che l’attività venatoria al cinghiale in Repubblica si sviluppa per un periodo di molto inferiore rispetto alle zone immediatamente confinanti con il nostro territorio (ove sono utilizzati per la caccia agli ungulati gli stessi metodi e forme di caccia, oltre che le stesse tipologie di arma, dal 15 Aprile al 15 Marzo) e rileva che il cacciatore non ha potere decisionale su quali animali debbano essere cacciati e quali no, stante il fatto che sul punto vi sono normative e regolamenti che fissano specifici divieti (es. divieto di prelievo di cinghiali striati ovvero di femmine di cinghiale con al seguito cinghiali striati).
Su quanto sopra illustrato si precisa altresì che la “braccata” al cinghiale può essere svolta in soli due giorni fissi la settimana (mercoledì e sabato) ed in orari determinati, evidenziando anche che nella stagione di caccia corrente, nonostante il calendario venatorio prevedesse l’apertura della caccia al cinghiale il 21 di Ottobre, questa è necessariamente slittata per mancanza del relativo regolamento.
La Federazione Sammarinese della Caccia, ritenendo l’uomo parte dell’ecosistema in cui vive, sul quale incide, direttamente od indirettamente, con tutte le proprie attività, conclude queste precisazioni auspicando di aver chiarito, almeno in parte, la complessità della normativa che disciplina la gestione della specie cinghiale e l’attenzione posta riguardo a tutti gli interessi in campo nella sua predisposizione e stesura.
Il Presidente della F.S.d.C.
Pier Marino Canti
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