La comunità internazionale sta vivendo tempi difficili e momenti drammatici. Questi mesi passeranno alla storia come i più complicati dal dopoguerra ad oggi, sia per la pandemia, che sta sconvolgendo le vite di tutti noi, e sia per i segnali di intolleranza, di odio e di prevaricazione che si manifestano, purtroppo, nel nostro vivere civile. Mai come in questo momento diventa importante cercare ispirazione nel passato, andare con il pensiero ai grandi temi della condizione umana, scavare nella memoria per riflettere sulla immane tragedia della Shoah, su un passaggio della storia indelebilmente macchiato dall’Olocausto, che ha causato un bilancio agghiacciate di 15 milioni di vittime innocenti, 6 milioni delle quali appartenenti al popolo ebraico. “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”, diceva il politico e filosofo britannico Edmund Burke, già nella seconda metà del ‘700. Una frase che, incisa in trenta lingue diverse, campeggia su un monumento collocato nel campo di concentramento di Dachau, un monito che non può lascare indifferenti. Una riflessione quantomai attuale, in questo bizzarro terzo millennio che ci sta portando in una pericolosa condizione di individualismo e di assuefazione a quanto di drammatico accade attorno a noi. La Repubblica di San Marino, che ha alle spalle una storia di accoglienza e di convivenza civile, ha saputo distinguersi nel periodo buio della persecuzione e del genocidio degli ebrei e, nonostante l’allineamento del Governo con l’esecutivo mussoliniano, non mancò di offrire asilo e protezione a numerose famiglie ebree e ad adoperarsi per consentire loro di mettersi in salvo. Se è doveroso non dimenticare le tante vittime e al tempo stesso rammentare i loro mostruosi carnefici, è utile ricordare anche le tante manifestazioni di solidarietà, di generosità e di umanità messe in atto da tante persone comuni, guidate da un unico e profondo sentimento: il rispetto per la vita e l’uguaglianza. Prendere esempio da loro ed elevarli a modello per la nostra comunità, per la convivenza civile, per un futuro migliore di questo Paese e di ognuno di noi. Anna Frank sul suo celebre e straziante diario scriveva: “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. Ed è quello a cui una società democratica, ma in particolare ognuno di noi, deve essere proteso.
Cs Congresso di Stato