“Il 2023 si presenta come un anno particolarmente significativo, sia riguardo alla vita politico- istituzionale, sia rispetto alla vita del Partito (75° dalla Fondazione, 50° della Festa dell’Amicizia, Conferenza Programmatica, …). E’ necessario, pertanto, che il Consiglio Centrale si riunisca per fissare con la massima chiarezza possibile i fattori fondamentali in forza dei quali affrontare questi passaggi, partendo innanzitutto dall’esigenza di un rafforzamento di consapevolezza dell’identità del Partito, e quindi dell’originalità del suo modo di intendere la politica.” Queste sono alcune delle parole con le quali il Presidente Pasquale Valentini ha accompagnato la convocazione del Consiglio Centrale del PDCS che si è riunito martedì 7 u.s. nella Sala Montelupo di Domagnano. Ricordando quanto più volte espresso dal Maestro Savoretti, primo segretario del PDCS, cioè che “il Partito è la sua base”, si è posta l’attenzione sulle Sezioni che sono l’articolazione di base del Partito stesso e, in particolare, il confronto e la riflessione si sono incentrati su due aspetti: - quali possono essere i punti di forza che le Sezioni possono sprigionare per una maggior vicinanza della politica alla vita reale della popolazione; - con quali modalità e con quali strumenti le Sezioni possono raggiungere questo obiettivo. Dopo l’introduzione del Segretario Politico Giancarlo Venturini, che ha illustrato sinteticamente sia gli impegni di governo che vedono coinvolto il Partito, sia i momenti che dovranno caratterizzare la celebrazione del 75° di fondazione, hanno preso la parola i rappresentanti delle sezioni. Pur nella diversità dei riferimenti tutti gli interventi hanno portato all’attenzione del Consiglio Centrale la passione e, nello stesso tempo, le difficoltà che le sezioni incontrano nel mantenere vivo il coinvolgimento degli iscritti e di tutta la cittadinanza riguardo alle problematiche che interessano l’intera comunità e, nel far questo, gli ostacoli che rendono difficile individuare il collegamento fra i bisogni concreti che la popolazione manifesta e le risposte che la politica mette in atto. Un aspetto quest’ultimo che con estrema lucidità richiamava a suo tempo, come è stato ricordato, la stessa Clara Boscaglia: “… sovente l’apertura di un dialogo più diretto con la base e con il Paese è considerato quasi una inutile perdita di tempo giacché i problemi, sembra si dica, devono procedere. Si ha timore di affrontare un dialogo più aperto e certamente non sono sufficienti le occasioni di incontro con le sezioni, che prendono forma quasi sempre quando le decisioni sono maturate assumendo un significato più informativo che formativo. Ancora quella partecipazione allargata tante volte ribadita non si riscontra”. Negli oltre 15 interventi che hanno animato la serata l’esperienza di questa difficoltà di partecipazione è stata messa a confronto con l’impegno profuso dalla delegazione di Governo e con i risultati raggiunti in questa legislatura, facendo emergere una contraddizione presente che dovrà essere affrontata e, possibilmente, superata per portare a compimento il percorso riformatore intrapreso: la contraddizione cioè fra i provvedimenti importanti portati avanti e valorizzati anche da organismi internazionali, quali il GRECO e il FMI, e la percezione invece di una certa insoddisfazione e sfiducia che emerge spesso dalla popolazione. Sul superamento di questa contraddizione si dovrà dunque lavorare, sia da parte della base, sia all’interno dell’attività consigliare e governativa, nella consapevolezza che la fiducia e il coinvolgimento sono fattori fondamentali per alimentare la democrazia e la partecipazione, ingredienti questi due indispensabili per completare il lavoro di cambiamento a cui il Paese è chiamato (vedi ad esempio la conclusione del negoziato sull’Accordo di Associazione con l’UE). Il Consiglio Centrale ha impegnato pertanto la Direzione a trovare forme e modi per concretizzare al meglio le indicazioni emerse al fine di poter esprimere una rinnovata coerenza con la natura popolare e partecipata dell’azione politica del PDCS e poter, in forza di questo, continuare ad essere un punto di riferimento insostituibile nel governo del Paese.
Cs - PDCS