Con la conclusione del grado d’appello del procedimento penale, denominato “Conto Mazzini”, giunge al termine una vicenda giudiziaria dagli evidenti connotati politici e che ha inevitabilmente coinvolto il Paese nel corso degli ultimi anni. Ciò che ne emerge è un evidente abuso del potere pubblico a fini personali da parte della vecchia classe politica coinvolta, con un manifesto impatto a livello politico. Seppure la sentenza dia conto di un procedimento penale che giudizialmente, come emerge dalla sentenza stessa, non avrebbe neppure dovuto radicarsi, perché i fatti risultano attinti da prescrizione, ancor prima che il procedimento penale contro gli imputati iniziasse. Superati e lasciati alla sede competente gli aspetti giudiziari, riteniamo che il Paese abbia, pertanto, tutti gli elementi per giungere ad una propria “sentenza politica” che non può che essere di ferma condanna per lo smisurato abuso delle proprie funzioni e prerogative pubbliche. Allo stesso modo occorre ancora interrogarsi, anche alla luce delle risultanze delle Relazioni delle Commissioni di Inchiesta, se vi sia stata o meno, una vera e propria regia politica a quanto accaduto, ovvero se vi sia stato uso strumentale dei fatti e della giustizia a fini politici.
Gruppo Misto di Maggioranza