"Il progetto eolico off shore di Rimini rappresenta un’opportunità importante. Si tratta infatti di uno dei primi impianti eolici italiani sul mare e l’accoglienza che Rimini e la Romagna gli riserveranno potrebbe essere di esempio in altri luoghi. Il rigetto o al contrario il consenso sul progetto, potrebbero influenzare altre situazioni analoghe: in fondo l’off shore in Italia sta muovendo i suoi primi passi e il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, unitamente alla necessità di superare la crisi di approvvigionamento in cui ci troviamo, imporranno l’autorizzazione anche di altri progetti a mare. E’ interessante il dibattito che si è sviluppato intorno al progetto e dimostra che le comunità coltivano il giusto desiderio di avere informazioni accurate e di poter discutere delle iniziative più significative destinate ad essere collocate nel loro orizzonte territoriale. La discussione collettiva sul se e sul come i progetti più importanti, e in vario modo impattanti, possano essere realizzati è in effetti un momento di democrazia effettiva, in cui i cittadini si interrogano sul loro futuro, sulla gerarchia dei loro valori e interessi, si sentono di far parte di una comunità, avvertono la necessità di bilanciare gli interessi in gioco e l’importanza della loro opinione. Per questo mi sento di suggerire di far fare un passo avanti a questa discussione, che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio “dibattito pubblico” organizzato secondo il modello previsto (e ancora assai poco utilizzato, purtroppo) dal codice dell’ambiente. Il “débat public” di derivazione francese, ha proprio lo scopo di mettere a disposizione della collettività informazioni e dati accurati sui progetti in discussione, nel corso di incontri di gruppi di cittadini con le istituzioni, i progettisti e i promotori, che consentano illustrare le caratteristiche del progetto, i suoi impatti e i suoi vantaggi e di raccogliere ed elaborare le opinioni dei cittadini o delle associazioni emerse nel corso degli incontri. Un modo insomma per evitare slogan semplicistici e tifo da stadio, e per aiutare invece le persone a formarsi un’opinione seria, sulla base di dati veri. Durante un dibattito pubblico sarà possibile per esempio esaminare tutti i benefici – in termini di emissioni evitate, di ripopolamento della fauna ittica, di compensazioni ambientali e persino di attrattività turistica – che un progetto come quello di Rimini può offrire e metterli a confronto con gli eventuali sacrifici che si pensa possano comportare (in termini paesaggistici, soprattutto per chi non ne apprezza la vista). Istituzioni ed imprese possono, nel corso degli incontri con i gruppi di cittadini partecipanti al dibattito, raccogliere gli assensi, le preoccupazioni e le proposte e devono poi dimostrare di averli presi adeguatamente in considerazione. Insomma un modello anche di rapporto più maturo, paritetico e partecipativo fra cittadini e pubblica amministrazione, che aiuta le persone a non sentirsi estranee alle grandi scelte che riguardano i luoghi dove vivono e prevenire fenomeni di rigetto, spesso fondati sulla grossolanità delle informazioni o addirittura sulle false informazioni. Un modo in definitiva per sentirsi ed essere comunità e per affrontare i problemi del presente, in questo caso la crisi climatica ed energetica, con serietà e senso di responsabilità".
Cs Simona Viola Candidata al Senato nel collegio uninominale Rimini e Forlì-Cesena per la coalizione di centrosinistra