Twitter e Facebook hanno bloccato i relativi account di Donald Trump. È giusto tale provvedimento? Dal mio punto di vista, la libertà di espressione, di parola, di stampa e anche di satira, rappresentano libertà fondamentali dell'essere umano e devono essere le base per la costituzione di una società evoluta, democratica e civile. Questo però non si può confondere con la libertà di produrre e divulgare notizie false che in qualche modo possono arrecare danni economici e sociali anche gravi. È innegabile che Trump abbia basato la sua carriera politica proprio sulle notizie false. In questo senso, che ruolo dovrebbero avere le piattaforme di social (network) media? Certo, i social media non sono la causa del problema, il problema è a monte, semmai sono i il mezzo, però in quanto aziende private utilizzate da miliardi di persone, dovrebbero avere un atteggiamento neutro o prendere posizione? Servirebbero delle policy pubbliche di regolamentazione? Le "fake news", a mio parere, andrebbero combattute con ogni mezzo. Proprio perché si parla di libertà di espressione e contestazione, che assolutamente sono legittime e garantite in democrazia, ma si tratta di notizie oggettivamente false, con lo scopo di indirizzare idee, atteggiamenti e comportamenti opposti alla realtà dei fatti, su temi riguardanti la scienza, la società, la politica, l'istruzione,...ecc. In questo senso si capisce benissimo la pericolosità del fenomeno, con evidenti ricadute sul piano sociale ed economico. Gli inganni e le manipolazioni sono pericolose per le democrazie, ma lo sono sempre state. Quello che cambia oggi è che ci troviamo nell'era della (dis)informazione e della iper-connettività ed una notizia (falsa), può raggiungere in tempo reale miliardi di persone, cosa mai successa in passato. Oggi le notizie false si propagano molto più velocemente di quelle vere. Lo dimostra anche una ricerca del MIT del 2018, in base alla quale l'essere umano cerca sempre conferma dei propri bias cognitivi, ricercando e condividendo notizie che confermino il proprio vissuto e credo. Oltre a questo le fake news presentano un fascino tutto loro, tendono a creare impulsività, stupire, creare emozioni negative e disgusto, il che porterebbe ad una maggiore condivisione, ben il 70% in più; mentre le notizie vere sono associate ad una maggiore riflessione e ad emozioni quali gioia, tristezza e fiducia. Oggi quelle piattaforme, non hanno fatto molto per arginare il fenomeno, anzi è stato proprio ingigantito grazie ai loro algoritmi, che hanno l'obiettivo di riproporre notizie in base agli interessi dell'utente, creando una bolla di omofilia, rafforzando i legami forti con persone della stessa mentalità, tagliando quelli deboli, lasciando gli utenti in balia di in un loop di "fake news" che confermano continuamente le loro opinioni. Che cosa fare quindi? Detesto, come sapete, ogni forma di censura, ma qui non si tratta di questo, si tratta di salvaguardare l'ordine democratico e le libertà individuali. Sicuramente le varie piattaforme dovranno prendere una posizione precisa su questi temi, le etichette e i vari "disclaimer" non bastano più. Anche se non sono causa del problema, hanno la responsabilità di arginare il problema. È chiaro che le "fake news" non corrono solo sui social media, ma anche sui canali più tradizionali, anche se con minore velocità ed impatto, quindi andrebbero ripensate le strutture e le policy, prima che sia troppo tardi.
Fabio Andreini (Presidente ASI)