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Giovanni Giardi: "Lettera aperta al sindacato"

20 ago 2015
Giovanni Giardi: "Lettera aperta al sindacato"
Giovanni Giardi: "Lettera aperta al sindacato"
Carissimi, vi scrivo nel ricordo e nella memoria delle grandi battaglie fatte quando ero impegnato nel sindacato assieme a tutti i lavoratori ed a tanti altri compagni e amici di cui cito in particolare Mario Nanni. Abbiamo pilotato da protagonisti il mondo del lavoro e il Paese dalla fase del dopoguerra verso una prospettive di sviluppo ed ammodernamento dell’economia e delle istituzioni.
Oggi il Paese vive in una grande crisi e sembra senza prospettiva e senza certezze per il futuro per tanti cittadini, particolarmente lavoratori e giovani e per le loro famiglie. A preoccuparmi particolarmente é che non vedo progetti organici mirati al futuro né progetti straordinari mirati a far fronte al contingente. Invece di governare una economia che dia risposte ai bisogni veri del Paese, si continua a prendere sul serio proposte di altri non tarate sulle nostre necessità (es. il polo del lusso; invece dei 600 posti promessi, andrà bene se darà lavoro ad alcune decine di sammarinesi ed a tanti frontalieri con un sacrificio di risorse sproporzionato per ogni posto di lavoro).
Serve un grande progetto,e a rivendicarlo dovete essere voi, perchè il Paese possa uscire da questa situazione e possa evitare ulteriori livelli di degrado che potrebbero diventare irreversibili; un progetto per le nuove generazioni altrimenti senza speranza. Sembra che le forze politiche tradizionali abbiano perduto la loro forza propulsiva (e sono comunque responsabili di questa situazione) A voi del sindacato la gente riconosce la capacità di gestire il quotidiano ma anche atteggiamento autoreferenziale e incapacità di esprimere quadri e slancio propulsivo adeguato a questi tempi duri. Fermenti interessanti si segnalano fra le nuove forze politiche, ma li trovo con un atteggiamento scettico verso il sindacato e non credo si possa cambiare del Paese tagliando fuori il sindacato e i lavoratori. Bisogna superare i pregiudizi a volte infantili e mirare ad un’alleanza fra tutte le forze oneste mirata a questo grande progetto.
Al primo posto il lavoro. Mi è sembrato sbagliato che la più grande manifestazione sindacale penso di tutti i tempi sia stata indetta per le tasse. Con la disoccupazione qualcuno le tasse le vorrebbe pagare e non può perché non ha reddito. La mancanza di lavoro, oltre a togliere la dignità comincia a produrre anche situazioni di povertà, di disagio e di emarginazione intollerabili. Ci sono giovani che fortunatamente cercano di acquisire il possesso di cultura e professione da spendere a livello europeo e mondiale ma senza alcuna attenzione da parte dello Stato. Ma è anche giusto che i cittadini esercitino il loro diritto al lavoro nel loro Paese. Un grande progetto per il lavoro per l’immediato (progetti straordinari – lavoro di cittadinanza) e per il futuro. E’ possibile perché sappiamo quante sono le nuove leve di lavoro, con quali titoli e professionalità immediate e future, quanti e quali posti per il turnover , ecc. In base alle esigenze censite bisogna avviare la ricerca degli investimenti mirati mettendo a disposizione ogni risorsa disponibile.
Poi tutta l’attenzione per recuperare i valori di una società inclusiva che non lasci nessuno da solo di fronte alle difficoltà. Quindi difendere la Sicurezza Sociale dalla crisi economica e dalle mire privatistiche per garantire sempre il diritto all’assistenza fondamentale; nei casi di povertà accertata garantire la casa e l’assistenza necessaria anche in collaborazione con il volontariato.
Non importa se nel futuro la società non sarà consumista come eravamo abituati, basta che assicuri vita dignitosa ed equità nei sacrifici.
Buon lavoro. Il Paese ha bisogno di voi.

Giovanni Giardi

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