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Il Congresso di Stato presenta il Decreto 206

27 nov 2020
Il Congresso di Stato presenta il Decreto 206

Illustrate in Conferenza Stampa le nuove misure per il contrasto al Covid-19: “Scelte dettate dai numeri dell’emergenza, dalla volontà di tenere aperte le attività economiche e pienamente operativo l’Ospedale. DAD per le scuole superiori, stop allo sport al chiuso per gli Under14”.  


Il Segretario di Stato per il Lavoro e lo Sport Teodoro Lonfernini, il Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale Roberto Ciavatta, il Segretario di Stato per gli Affari Interni Elena Tonnini, il Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura Andrea Belluzzi e il Segretario di Stato per l’Industria, l’Artigianato e il Commercio Fabio Righi hanno incontrato oggi la stampa per la presentazione del Decreto 206 contenente le misure per il contrasto all’emergenza Covid-19.

Teodoro Lonfernini (Segretario di Stato per il Lavoro): “Come avevamo annunciato nella conferenza stampa di martedì scorso, siamo oggi a presentare e spiegare a tutti i cittadini le linee guida del nuovo Decreto Legge 206, contenente le ulteriori misure che da oggi alle 16 entreranno in vigore per il contrasto alla pandemia Covid-19. Per quanto riguarda il mondo del Lavoro, non ci sono particolari differenze rispetto al decreto precedente, avendo voluto privilegiare e mantenere la piena operatività delle attività economiche del nostro territorio. Raccomandiamo a tutti di utilizzare gli strumenti di cui ci siamo dotati e con cui abbiamo imparato a famigliarizzare durante questi mesi difficili, per evitare assembramenti anche sui luoghi di lavoro. Il particolare riferimento va nell’adottare, là dove possibile, le linee guide tracciate dalla legge emessa durante il mese scorso e che è andata a disciplinare nel dettaglio lo Smart Working. Sugli aspetti sportivi e sportivi extra-scolastici, ci teniamo a ribadire come al di sotto dei 14 anni ogni tipo di attività all’interno di edifici al chiuso sia sospesa. Sappiamo di aver adottato con questo decreto misure anche impopolari, ma siamo ben consapevoli di dover perseguire prima di tutto la salute dei nostri cittadini e proteggere il nostro Ospedale di Stato. Queste piccole rinunce che ora siamo a richiedere ai cittadini sammarinesi, siamo sicuri che si tramuteranno a breve in grandi benefici, per le libertà di tutti”.

Roberto Ciavatta (Segretario di Stato alla Sanità e Sicurezza Sociale): “Premetto che le ragioni che hanno determinato per il Governo la necessità di rivedere le misure e di intensificare le restrizioni, è la registrazione negli ultimi giorni, in realtà nell’ultima settimana, di un aumento estremamente consistente di ricoveri di malati COVID in terapia intensiva che si sommano alle persone che si trovano in terapia intensiva per altre ragioni; per motivi strutturali abbiamo un numero limitato di posti disponibili, il nostro ospedale infatti non ammette più la creazione di posti in terapia intensiva rispetto a quelli che abbiamo raggiunto nei mesi di marzo e aprile. Sebbene questa ragione sia equilibrata dal fatto che nel reparto di isolamento i ricoverati sono limitati – e questo ci dice che il team COVID guidato del dottor Arcangeli funziona sul territorio, riuscendo a far si che le persone sintomatiche non vengano ospedalizzate ma vengano seguite quotidianamente al loro domicilio - l’aggravarsi delle condizioni di salute dei positivi a volte è repentino, si parla di poche ore, quindi la necessità è quella della terapia intensiva. Siamo pertanto intervenuti con alcune misure restrittive che, se da un lato, rispetto al circondario, ci lasciano margini di maggiore libertà e snellezza, dall’altro vanno a incidere su tutte le situazioni al chiuso dove vi siano contemporaneamente più persone: abbiamo la necessità di limitare il numero di tamponi cui si deve ricorrere nel caso in cui si rilevi un positivo in contesti molto frequentati e condivisi. Nella prima fase con il lockdown le cerchie a contatto con il positivo erano limitate, in questa fase invece, avendo deciso che le nostre attività rimangono aperte, la rilevazione di un positivo comporta indagini epidemiologiche, tamponi, e spesso quarantene per tutte le persone entrate in contatto con il positivo. Questo ha un forte impatto sul personale sanitario chiamato a un enorme sforzo quotidiano nell’effettuare i tamponi, il cui numero, se paragonato alla prima fase, è spesso oltre tre volte quello che eravamo in grado di fare allora. Oggi, a differenza della prima ondata, l’ospedale e tutti i servizi sono aperti, la nostra scommessa è di continuare a tenere tutto aperto per fronteggiare anche tutte le situazioni altre dal COVID. La coperta a un certo punto finisce, la struttura è una unica, il numero di persone a disposizione è limitato, abbiamo la necessità di decongestionare l’iter per le rilevazioni. Tutti i luoghi in cui c’è promiscuità dettata dalla compresenza di più persone sono stati lievemente limitati. Nella giornata di ieri, si tratta dell’ultimo aggiornamento, abbiamo rilevato 40 nuovi positivi, abbiamo toccato un nuovo record purtroppo negativo; il dato interessante è che solo 25 di loro hanno più di venti anni, dei restanti 15, 8 hanno meno di otto anni. Per rilevare i 40 positivi è stato effettuato un numero molto elevato di tamponi, suddivisi tra la pediatria nel caso dei minorenni e il drive in presente all’interno dell’ISS. Questa è la ragione che ci ha messo attorno al tavolo, su richiesta pervenuta da parte della struttura sanitaria, di tutti i medici direttamente coinvolti nel contrasto al coronavirus, sia all’interno dell’ospedale sia sul territorio. Si trovano ancora una volta privati del diritto ad avere riposi e ferie, molti di loro sono richiamati a effettuare doppi turni e per questo meritano il ringraziamento di tutti. E’ giusto che la struttura sanitaria si metta a disposizione e si adoperi per fronteggiare la situazione, non è giusto che tutto lo sforzo fatto per contrastare il virus venga compromesso da situazioni in cui non si sta attenti e non ci si attiene alla profilassi. La terapia intensiva è oggi a un livello critico, abbiamo già preso contatti con strutture private e strutture fuori territorio per fronteggiare, eventualmente ce ne fosse bisogno, nuovi arrivi di persone in terapia intensiva. Questo però è un limite valicato il quale le uniche opzioni che ci rimarrebbero sono quelle, che abbiamo già sperimentato e che nessuno di noi vuole riapplicare, delle chiusure. Questo di oggi è un tentativo che va nella direzione di decongestionare e arginare il fenomeno e che, nel decreto è ben chiarito, è una misura temporanea che potrebbe durare, a seconda dell’andamento dei nuovi contagi e soprattutto delle terapie intensive, meno dei tempi indicati. Verificheremo nei prossimi giorni quale sarà l’andamento, se riusciamo ad avere ragione che i contagi decongestionano le sale di terapia intensiva, avremo fatto quello che andava fatto e ci potremo permettere nuove misure meno restrittive”.

Andrea Belluzzi (Segretario di Stato alla Cultura, Istruzione e Univerisità): “Oggi i numeri ci dicono che siamo tornati ad una situazione molto complessa, in aprile con questi numeri abbiamo optato per il lockdown mentre oggi il nostro paese è aperto, l’ospedale opera e funziona e le attività economiche pur con delle limitazioni stanno lavorando. La scuola resta aperta fino alle scuole medie, mentre fino al 24 dicembre la scuola secondaria superiore entra in regime di didattica a distanza con la possibilità di tornare in presenza o in DAD parziale se i dati ce lo consentiranno. Per le classi in presenza è obbligatorio l’uso della mascherina. In molti stanno manifestando dissenso verso questa decisione, io vorrei rispondere spiegando che, a mio avviso, reca molto più danno allo sviluppo dei ragazzi, la didattica a distanza rispetto alla presenza con mascherina. Io mi fido di ciò che ci comunicano le autorità sanitarie che oggi ci chiedono di utilizzare la mascherina per poter continuare a consentire ai nostri ragazzi di poter usufruire del servizio educativo e della scuola. Allo stesso tempo, intensificando l’outdoor-education e in altri momenti differenti che prevediamo, la stessa mascherina non servirà. Oggi l’obiettivo è aumentare le ore di quelle attività che potrebbero consentire ai ragazzi di non indossare la mascherina perché il distanziamento è garantito. Il messaggio che oggi dobbiamo dare, nonostante tutto, è che la scuola, a San Marino, è ancora aperta. Non mi piace leggere analisi che vogliono il “bicchiere mezzo vuoto”, oggi quel “bicchiere è molto più che mezzo pieno” e sono certo che se presteremo le giuste precauzioni potremo ridurre la didattica a distanza e tornare a vederlo ancor più pieno. Perché la scuola superiore terrà le proprie lezioni a distanza e le altre classi no? Perché il contact-traking di uno studente positivo prevede, ad oggi, uno sforzo triplo rispetto a quello per un adulto lavoratore. La didattica a distanza per gli studenti delle scuole superiori si è resa necessaria per questo motivo, sappiamo non essere la scelta migliore al mondo, ma ad oggi abbiamo bisogno di prendere le scelte meno deleterie per gli studenti e per il Paese. Sappiamo che stiamo chiedendo a studenti e docenti altri sacrifici ma ribadiamo che la scuola nel suo complesso è ancora in funzione. Concludo dicendo che stiamo valutando i modelli già predisposti per vedere se i dati ci consentono, per il futuro, scelte differenti”.

Elena Tonnini (Segretario di Stato agli Affari Interni): “Siamo consapevoli di chiedere un impegno rilevante alla cittadinanza, ma anche che questo sia da considerare come temporaneo, fino alle festività di Natale. Abbiamo cercato di focalizzarci su alcuni punti specifici, che chiaramente emergono dalle esigenze della nostra struttura sanitaria e ai quali la politica ha dovuto fornire una sua risposta unitaria. I punti più critici sono quelli a maggiore rischio, quelli che permettono la veicolazione del virus alle fasce deboli, gli anziani. Per fare degli esempi: i bambini in confronti dei nonni e i figli in confronto dei genitori. Questo è uno dei focus su cui ci siamo attivati maggiormente, invitando a utilizzare misure più restrittive anche all’interno del proprio domicilio. L’utilizzo della mascherina è quindi caldamente consigliato anche in casa, soprattutto quando andiamo a trovare i nostri parenti. Questo proprio per la tutela di questa fascia fragile. Un altro punto che abbiamo inserito nel Decreto Legge è quello dei supermercati. Abbiamo notato come, soprattutto nel weekend, le persone interpretassero il momento dedicato alla spesa come una sorta di passatempo famigliare. Tutto questo rappresenta un abbassamento delle soglie di attenzione che come Paese in questa fase non ci possiamo assolutamente permettere. Per questi motivi, abbiamo introdotto nel decreto l’obbligo di recarsi a fare la spesa in maniera individuale, valutando le opportune deroghe per le persone più fragili. Ricordiamo a tutti che i supermercati sono organizzati con la possibilità di prenotare la spesa via telefono e poi andarla a ritirare, un elemento che se adottato può andare a decongestionare questo problema. I mercati cittadini rimangono aperti in virtù del fatto che questi permettono, essendo svolti all’aria aperta, di ridurre il numero di persone che si recano proprio nei centri commerciali al chiuso a fare la spesa. Rimane anche qui l’obbligo assoluto di indossare i dispositivi di sicurezza individuale. Infine: per le automobili rimane l’obbligo di indossare la mascherina qualora si trasportino persone che non fanno parte del proprio nucleo famigliare. Cosa non prevista per quanto riguarda le moto, avendo il casco protettivo. La volontà è quella di evitare un nuovo lockdown e per questo saranno anche intensificati ulteriormente i controlli delle forze dell’ordine. Nelle ultime settimane gli stessi sono stati davvero corposi. La sola Polizia Civile ha attivato in questo periodo più di 821 controlli di cui oltre 600 nelle attività economiche e il resto su strada, rilevando 25 posizioni da sanzionare. Per quello che concerne le deleghe della mia Segreteria, informo la cittadinanza che sono stati sospesi i comizi elettorali per le Giunte di Castello di questa ultima giornata, in coerenza con il divieto inserito nel Decreto di organizzare meeting, conferenze o convegni. È importante però ribadire un messaggio: le elezioni per le Giunte di Castello di domenica sono confermate. Sono stati predisposti nelle settimane che hanno avvicinato questo importante appuntamento tutti i protocolli per la sicurezza degli elettori, oltre che la creazione di un seggio speciale per il voto da casa per i malati da Covid-19. Vorremmo evitare di dover svolgere nuovamente questa tornata elettorale, sia per motivi legati alla sicurezza dei cittadini, sia per motivi economici legati ai costi di questo tipo di procedure. Sarà un voto in piena sicurezza”.

Fabio Righi (Segretario di Stato per l’Industria, l’Artigianato e il Commercio): “L’evoluzione dell’emergenza sanitaria è imprevedibile, diversa da quella della prima ondata ma il vero elemento nodale resta quello dei numeri dei pazienti in terapia intensiva, ecco perché oggi, all’aumentare di quei numeri abbiamo ritenuto necessario rivedere il decreto contenente le norme per il contrasto all’epidemia. Per quanto riguarda le attività economiche il decreto prevede nuove minime restrizioni per il mondo dei bar e della ristorazione. Non sono previste chiusure ma maggior attenzione su distanze e tempi di permanenza all’interno dei locali e una riduzione da 6 a 4 del numero delle persone al tavolo dei ristoranti. Molte raccomandazioni di questo decreto richiedono solamente massima attenzione e cura dei dettagli, quando diciamo che all’interno di un ristorante è bene restare solamente per la durata della cena parliamo soprattutto di buon senso. Altro settore critico è quello delle palestre alle quali si chiede di avere maggior attenzione verso chi si muove negli ambienti comuni e alle quali viene vietato l’utilizzo delle docce. Agli imprenditori si chiede di intervenire nella riorganizzazione aziendale usufruendo dove possibile lo strumento, oggi normato, dello smart working. Detto questo, l’appello è sempre quello all’attenzione assoluta rispetto alle poche linee dettate da questo nuovo decreto. Se tutti rispettiamo le norme possiamo decongestionare la struttura ospedaliera e immaginare di poter allentare i provvedimenti se i numeri dovessero essere migliori di quelli di oggi. Credo siano interventi ragionevoli, oltre la rabbia che muove certe considerazioni e oltre le opinioni di parte. Invito a non farsi prendere dalle emozioni ma a ragionare, come abbiamo fatto noi, sui numeri”.   



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