È in corso di finalizzazione il Decreto Delegato prodotto dalla Segreteria di Stato al Lavoro sul lavoro occasionale e sulle modalità di assunzione dei lavoratori frontalieri. Pur nel rispetto al lavoro di confronto in atto, non possiamo non esprimere le nostre preoccupazioni per alcune scelte di base che non vanno nella direzione auspicata dalle nostre Associazioni. Capiamo le pressioni del sindacato ma occorre essere chiari e far comprendere a tutti come stanno le cose: dopo un anno terribile per la grande maggioranza dei settori economici, in questo momento i mercati vivono una grande incertezza e volatilità, motivo per il quale servono strumenti adeguanti a farvi fronte. La possibilità di accedere al lavoro occasionale dovrebbe essere estesa a tutti i settori e soprattutto dovrebbe essere resa snella e immediata nelle modalità di attivazione. Solo in questo modo lo strumento è veramente efficace a fronteggiare picchi di lavoro inaspettati o sopperire a mancanze temporanee di personale. Spaventa però il brusco innalzamento del costo di questo strumento: a tal proposito richiediamo un percorso graduale per evitare aumenti troppo considerevoli del costo di questo tipo di lavoro. Per quanto riguarda l’assunzione di personale non iscritto alle liste (frontalieri), richiediamo maggiore coraggio verso una maggiore liberalizzazione del mercato. La disoccupazione interna, intesa come i residenti immediatamente disponibili a lavorare, è a livelli talmente bassi da non giustificare questo forte protezionismo. Le nostre richieste vengono dai numerosi imprenditori associati che tutti i giorni faticano a trovare competenze adeguate per le loro attività. Prendiamo ad esempio il settore della ristorazione e dell’accoglienza: dopo mesi di buio ora si inizia a lavorare e si rendono necessarie professionalità specifiche. Se queste professionalità non si trovano internamente, perché dobbiamo rendere inutilmente lungo e complesso l’iter per l’assunzione di non residenti? Altri esempi riguardano giornalieri picchi di produzione o di lavoro. In questo caso rendere costoso o di difficile accesso l’utilizzo del lavoro occasionale mette l’impresa in forte difficoltà per la necessità di avere subito personale a disposizione. Non è forse più opportuno rendere il lavoro occasionale più semplice e conveniente? Oppure si pensa che le aziende, dopo tutto quello che hanno subito e dopo i ristori che in gran parte si sono rivelati insufficienti, siano in grado di reggere nuovi costi? Tanto più che a lacerare il tessuto economico sammarinese non è soltanto la crisi dovuta alla pandemia ma anche la particolare situazione interna che già prima del Covid non era rosea, anzi la nostra realtà di Paese già presentava le caratteristiche per essere considerata non appetibile per potenziali investitori stante un sistema normativo obsoleto e non al passo con i tempi, una burocrazia estremamente pesante e costosa nonché ovviamente un mercato del lavoro completamente disallineato rispetto a quanto previsto nei paesi maggiormente sviluppati. Auspichiamo quindi maggiore coraggio nella definizione del nuovo Decreto Delegato, nell’ottica di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, a favore dell’occupazione, delle imprese e dell’intero sistema economico.
OSLA - USOT