Movimento Ideali Socialisti ha sin da subito accolto con favore l’idea - promossa dal PDCS e sostenuta dalle opposizioni - di supportare il Comitato a favore della modifica della legge elettorale, favorendo e partecipando alla raccolta delle firme. A nostro avviso è necessario precisare alcuni aspetti della legge attuale, che vanno considerati quando se ne parla, utili soprattutto per riflettere sulle sue storture.
Il problema sostanzialmente nasce dalla distorsione che si presenta in un sistema maggioritario che non preveda solamente 2 coalizioni (o partiti) che si fronteggiano. Nel 2016, come noto, abbiamo avuto 3 Coalizioni, ma in futuro potrebbero diventare addirittura 4 o 5, chi lo sa? Non è possibile escluderlo a priori.
Con la legge elettorale attualmente in vigore, il problema diventa perverso a causa del premio di maggioranza. Basti pensare che al primo turno sono stati eletti 20 consiglieri dell’attuale Maggioranza e, per effetto del premio, in Consiglio Grande e Generale ne sono entrati in totale 35; quasi il doppio. La vera ingiustizia di questo meccanismo è che esclude di fatto dal nostro Parlamento le persone elette dal voto popolare, sostituendole con persone non elette. Questo è fattuale: oggi concettualmente abbiamo in aula dei non eletti, perché il sistema maggioritario lo prevede.
Guardando la cosa da un’altra prospettiva, sempre numeri alla mano, l’attuale maggioranza rappresenta meno di 1 sammarinese su 5 (precisamente il 17,96%) degli aventi diritto al voto complessivi.
Beh, se nonostante i problemi evidenziati, in questo contesto si salva il concetto di democrazia, significa che abbiamo perso di vista il suo vero significato. Non dimentichiamoci che la democrazia si basa sulla sovranità popolare e che essa viene esercitata per mezzo di rappresentanze elettive. Gli artifizi studiati in nome della governabilità di un paese devono rispettare tale principio, altrimenti “governabilità” diventa sinonimo di “accentramento del potere”. Di sicuro il “nostro” maggioritario assicura l’accentramento del potere nelle mani della minoranza, che per effetto di una legge deviata si trova a governare.
Inoltre, va sfatato definitivamente il mito secondo cui il sistema maggioritario assicurerebbe la governabilità del Paese. Questo non è vero! La governabilità, intesa come durata di un esecutivo, non è garantita a priori. Infatti, la maggioranza può decidere di far venir meno il suo appoggio al governo in ogni momento. Certo, se per governabilità intendiamo invece un tacito accordo tra potere esecutivo e legislativo, dove il secondo demanda interamente al primo le sue funzioni, trasformando di conseguenza i consiglieri di maggioranza in un “bivacco di manipoli”, che avalla e ratifica vere e proprie leggi – perché sempre più ampie ed articolate – emanate dal governo, allora siamo in linea con ciò che accade oggi. Peccato, però, che così si uccida il ruolo dell’Aula, ed i poteri dello Stato si sbilancino pericolosamente.
Sarebbe opportuno, poi, che il Comitato contrario al quesito referendario, invece di propagandare il suo assurdo slogan "no ai ballottini", ragionasse sugli aspetti da noi appena evidenziati, per rendersi conto che il vero ballottino lo stanno subendo oggi i cittadini. È evidente che con questa legge il voto del singolo elettore non ha lo stesso peso e che le regole democratiche di base vengono così stravolte, abusate e calpestate. Chi accetta e tollera lo status quo, deve avere anche il fegato di dichiarare pubblicamente che non disdegnerebbe il ritorno ad una forma di governo oligarchica, e verificare se i sammarinesi sono d’accordo.
Se si vuole scendere, infine, sul piano programmatico, i “ballottini” non hanno nulla a che vedere con l’adesione ad una proposta e/o alla realizzazione dell’altra. Chi vota può semplicemente verificare se i programmi di schieramenti distinti siano compatibili o meno rispetto alla loro realizzazione. Gli elettori sanno perfettamente che questi - purtroppo - possono essere anche totalmente disattesi, come sta avvenendo puntualmente durante questa legislatura.
È auspicabile il ritorno ad un proporzionale che preveda il cosiddetto dispositivo “antiribaltone” (una volta formata una maggioranza rimane quella impedendo un cambio di alleanze tra i partiti), questo è l’unico sistema democratico possibile, in quanto sancisce l'uguaglianza del valore del voto. Siamo estremamente lieti e soddisfatti che l’iter referendario stia proseguendo, perché si tratta di un primo passo verso la riforma di una legge profondamente ingiusta.
Ufficio Stampa MIS
Il problema sostanzialmente nasce dalla distorsione che si presenta in un sistema maggioritario che non preveda solamente 2 coalizioni (o partiti) che si fronteggiano. Nel 2016, come noto, abbiamo avuto 3 Coalizioni, ma in futuro potrebbero diventare addirittura 4 o 5, chi lo sa? Non è possibile escluderlo a priori.
Con la legge elettorale attualmente in vigore, il problema diventa perverso a causa del premio di maggioranza. Basti pensare che al primo turno sono stati eletti 20 consiglieri dell’attuale Maggioranza e, per effetto del premio, in Consiglio Grande e Generale ne sono entrati in totale 35; quasi il doppio. La vera ingiustizia di questo meccanismo è che esclude di fatto dal nostro Parlamento le persone elette dal voto popolare, sostituendole con persone non elette. Questo è fattuale: oggi concettualmente abbiamo in aula dei non eletti, perché il sistema maggioritario lo prevede.
Guardando la cosa da un’altra prospettiva, sempre numeri alla mano, l’attuale maggioranza rappresenta meno di 1 sammarinese su 5 (precisamente il 17,96%) degli aventi diritto al voto complessivi.
Beh, se nonostante i problemi evidenziati, in questo contesto si salva il concetto di democrazia, significa che abbiamo perso di vista il suo vero significato. Non dimentichiamoci che la democrazia si basa sulla sovranità popolare e che essa viene esercitata per mezzo di rappresentanze elettive. Gli artifizi studiati in nome della governabilità di un paese devono rispettare tale principio, altrimenti “governabilità” diventa sinonimo di “accentramento del potere”. Di sicuro il “nostro” maggioritario assicura l’accentramento del potere nelle mani della minoranza, che per effetto di una legge deviata si trova a governare.
Inoltre, va sfatato definitivamente il mito secondo cui il sistema maggioritario assicurerebbe la governabilità del Paese. Questo non è vero! La governabilità, intesa come durata di un esecutivo, non è garantita a priori. Infatti, la maggioranza può decidere di far venir meno il suo appoggio al governo in ogni momento. Certo, se per governabilità intendiamo invece un tacito accordo tra potere esecutivo e legislativo, dove il secondo demanda interamente al primo le sue funzioni, trasformando di conseguenza i consiglieri di maggioranza in un “bivacco di manipoli”, che avalla e ratifica vere e proprie leggi – perché sempre più ampie ed articolate – emanate dal governo, allora siamo in linea con ciò che accade oggi. Peccato, però, che così si uccida il ruolo dell’Aula, ed i poteri dello Stato si sbilancino pericolosamente.
Sarebbe opportuno, poi, che il Comitato contrario al quesito referendario, invece di propagandare il suo assurdo slogan "no ai ballottini", ragionasse sugli aspetti da noi appena evidenziati, per rendersi conto che il vero ballottino lo stanno subendo oggi i cittadini. È evidente che con questa legge il voto del singolo elettore non ha lo stesso peso e che le regole democratiche di base vengono così stravolte, abusate e calpestate. Chi accetta e tollera lo status quo, deve avere anche il fegato di dichiarare pubblicamente che non disdegnerebbe il ritorno ad una forma di governo oligarchica, e verificare se i sammarinesi sono d’accordo.
Se si vuole scendere, infine, sul piano programmatico, i “ballottini” non hanno nulla a che vedere con l’adesione ad una proposta e/o alla realizzazione dell’altra. Chi vota può semplicemente verificare se i programmi di schieramenti distinti siano compatibili o meno rispetto alla loro realizzazione. Gli elettori sanno perfettamente che questi - purtroppo - possono essere anche totalmente disattesi, come sta avvenendo puntualmente durante questa legislatura.
È auspicabile il ritorno ad un proporzionale che preveda il cosiddetto dispositivo “antiribaltone” (una volta formata una maggioranza rimane quella impedendo un cambio di alleanze tra i partiti), questo è l’unico sistema democratico possibile, in quanto sancisce l'uguaglianza del valore del voto. Siamo estremamente lieti e soddisfatti che l’iter referendario stia proseguendo, perché si tratta di un primo passo verso la riforma di una legge profondamente ingiusta.
Ufficio Stampa MIS
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