Nella puntata di ieri sera del programma di rai 3 “Report” è emerso che l'ex Direttore ed Amministratore Delegato di Banca Cis Daniele Guidi, indagato a San Marino per il “Caso Titoli” e dalla Procura di Roma, per traffico di influenze, sarebbe attenzionato da Banca Centrale e Aif, da poche settimane, insieme all'ingegner Vincenzo Tommasi per una intermediazione relativa al recupero di un credito da 20 milioni, vantato da Banca Cis. Lo ha affermato, durante la trasmissione, un testimone anonimo. Ritorna quindi alla ribalta la Repubblica di San Marino, in particolare Banca Cis, istituto di credito che e’ stato prima commissariato e poi risolto nel 2019 con la legge sulle risoluzioni bancarie. Questo provvedimento, proposto e voluto da Libera, ha consentito dopo più di 10 anni di far chiarezza ed arginare certi interessi che da troppo tempo condizionavano abbondantemente la politica e non solo. Come emerso anche dalla relazione della commissione d’inchiesta. Inoltre si è iniziato a far pagare chi ha causato per primo il dissesto bancario (recuperati più di 60 milioni fra capitale sociale degli azionisti e falcidie su coloro che hanno causato il buco bancario di Cis) e sono state avviate le azioni di responsabilità dei manager bancari. Libera continua a pensare che a pagare gli errori del passato non possano essere sempre i cittadini ma che si debbano perseguire le reali responsabilità sia per le difficoltà create nel sistema bancario sia in ambito giudiziario (Conto Mazzini, Caso Titoli e Tavolucci). Ci spiace che sia calato un pericoloso silenzio su queste faccende, ci siano addirittura consiglieri di maggioranza che sottoscrivevano scritture private con Grandoni ancora in Consiglio Grande e Generale e che il Governo non faccia chiarezza sullo stato dell’arte delle azioni di responsabilità dei manager bancari. Anche perché i danni, anche reputazionali del Paese, non possono essere ad appannaggio sempre della cittadinanza.
Libera