La storia è fonte di saggezza e di apprendimento: questa affermazione può risultare utile anche oggi che abbiamo la necessità di avere i vaccini anti COVID.
Dai giornali e dai manifesti del 1958 leggiamo che San Marino aveva bisogno di vaccini contro la poliomelite. Apprendiamo dalla stessa fonte che il Segretario di Stato agli Affari Esteri, il prof Federico Bigi, si rivolge alle autorità italiane, le quali non sono nelle condizioni di inviare subito le quantità necessarie.
Di fronte a questa urgenza, quale è la soluzione B ricercata nel 1958: il prof. Bigi si rivolge alla autorità sanitarie americane, che accolgono la domanda e inviano immediatamente 2.600 cm.3 di vaccino, con un aereo speciale, così che i bambini dall’età di sei mesi ai sei anni, possono essere vaccinati. L’aereo militare atterra a Udine e con un successivo elicottero militare il vaccino giunge a San Marino in una giornata fortemente ventosa. Il tenente colonnello Frank J Vita è accolto dalle autorità e la undicenne fanciulla Serenella Valli, gli consegna un mazzo di gladioli a nome di tutti i bambini sammarinesi. Il colonnello americano è ricevuto al Palazzo e consegna nelle mani della Reggenza il prezioso dono.
Interessante riportare il commento del giornalista: “E’ da notare che la distanza di 5.000 chilometri, fra Langly, nello stato di Virginia in America e Udine in Italia, l’aereo militare Super Sabre l’ha percorsa in appena 9 ore. Il valore del dono americano è di 7 milioni di lire, pari a 5 milioni di franchi”.
Oggi 10 gennaio 2021, dopo che da 14 giorni le vaccinazioni Anti COVID sono iniziate in Europa e nel mondo, San Marino si ritrova in una situazione analoga. Secondo le proporzioni di 1 a 1800 con i vaccini che dovremmo ricevere dall’Italia, avremmo potuto vaccinare già circa 300 nostri cittadini sui 585.000 italiani vaccinati. Dall’Italia non si riesce ad ricevere subito i vaccini per vari motivi. In attesa di poter ricevere i vaccini dall’Italia, si dovrebbe quindi attivare la soluzione B.
Come Stato autonomo, secondo le nostre normative e gli accordi internazionali, potremmo trattare con l’India per il vaccino AstraZenica, già utilizzato anche nel Regno Unito, potremmo attivare dei contatti diretti tramite nostri concittadini con Moderna per l’acquisto di una prima fornitura o altre convenienti e tempestive soluzioni.
Possiamo, anzi dovremmo agire, se condividiamo l’obiettivo di una vaccinazione massiccia e molto rapida per ottenere l’immunità di gregge nell’arco della primavera per: 1) proteggere i nostri familiari più fragili da una malattia che ce li strappa in distanziamento 2) consentire ai nostri sanitari di lavorare in sicurezza e ai nostri malati di essere assistiti in sicurezza 3) consentire al personale docente e non docente e alle nostre scuole di riaprire in totale libertà 4) consentire all’economia sul lastrico di poter riprendere le sue attività, in particolare nei settori più di contatto e accoglienza, quali quelli turistici, commerciali e dei servizi 5) consentire di riprendere la nostra mobilità anche al di fuori dei nostri piccoli confini.
Condividere l’obiettivo è una scelta politica importante che richiede, una volta presa, una grande determinazione istituzionale e una ancora maggiore capacità organizzativa. Migliaia di cittadini attendono di essere vaccinati e diversi sarebbero pronti anche a pagare la loro parte per ottenere questo obiettivo: un obiettivo sanitario, sociale, economico, di salvaguardia della Repubblica e dei sui cittadini
Il Governo deve preoccuparsi di queste istanze, prima di qualsiasi altra preoccupazione, così come fecero i nostri illustri governanti nel 1958. Decidere e agire SUBITO e noi faremo la nostra parte. Il nostro invito è un tentativo moderato e dialettico di porre una questione rilevante, chiediamo volontà di ascolto.
Comunicato stampa
Marcella Michelotti e Orietta Ceccoli