Su: "In morte di Renato Zangheri"

Ci sono persone capaci di guardare avanti, talmente avanti da subire le critiche dei loro stessi compagni di battaglia, persone le cui visioni diventano evidenti e tangibili soltanto anni dopo, tanti anni dopo, così nessuno capì Renato Zangheri quando criticò i movimenti autonomi allora nascenti, mentre tutti pensavano che lo scatenamento della forze giovanili fosse un fatto positivo, uno svecchiamento della cultura politica e una liberazione, né nessuno capì quando assegnò una sede pubblica, più di trent’anni fa, al movimento lgbt di Bologna, mentre il solo parlarne era talmente un tabù che non esistevano parole, che non fossero insulti, per farlo. E neanche fu capito nel suo stesso partito, quando si rifiutò di usare le categorie della tradizione di parte per ripensare la storia del Socialismo Europeo. Per noi un grande esempio, per la nostra Repubblica un’enorme opportunità essendo stato tra coloro che contribuirono alla nascita e allo sviluppo della nostra Università, del quale fu Rettore e Direttore del Dipartimento di studi Storici.
Grazie Compagno Zangheri, riposa in pace e che la terra ti sia lieve.