La situazione problematica che vive il reparto di cardiologia già segnalata dal PDCS da inizio 2018, riporta le criticità nate dal fatto che gli specialisti in cardiologia presenti in ospedale a causa della “fuga dei medici” erano solo tre, causando molti disservizi per le emergenze relative a pazienti cardiopatici, sebbene fossero in numero nettamente inferiore, riuscivano seppur con difficoltà a coprire le reperibilità. Il PDCS si mosse fin dalla segnalazione dei primi disservizi (marzo 2018), invitando le istituzioni preposte ad individuare quanto prima soluzioni al problema, in assenza delle quali si sarebbe potuto mettere a repentaglio la sicurezza dei pazienti con problematiche cardiocircolatorie nel momento in cui si rendesse necessario un intervento di soccorso immediato. Oggi il reparto di cardiologia presenta ancora numerose problematiche prova ne è la lettera del 25 giugno 2019 con la quale i medici del pronto soccorso denunciano come la situazione sia ulteriormente degenerata. Infatti, come si evince dalla lettera, i medici del pronto soccorso si trovano a dover gestire le criticità del fine settimana e dei notturni senza l’appoggio dei cardiologi specialisti, assumendosi quindi responsabilità che non sono di loro competenza e affrontando un maggiore carico di lavoro dovendo, nei casi di emergenza, coordinarsi con il reparto di cardiologia di Rimini. A manifestazione del profondo disagio per tutto ciò i medici del pronto soccorso anticipano la richiesta di aspettativa o trasferimento entro il mese di giugno. Perché sia importante avere cardiologi sempre reperibili, nonostante la collaborazione con Rimini, ci sembra facile da dimostrare. Un trasferimento al reparto di cardiologia fuori territorio, con conseguente ritardo dei tempi di intervento, espone gli stessi pazienti con crisi cardiaca ad ulteriori rischi, considerando i casi che potrebbero degenerare fino ad arrivare ad un possibile decesso durante il trasferimento in ambulanza. L’assurdità, sta nel fatto che il nostro ospedale dispone di ben 8 cardiologi specializzati, tra cui alcuni di essi a convenzione, una grandissima risorsa se gestiti adeguatamente, e sembra inconcepibile e ingiustificabile che questi siano gli unici medici di tutto l’ospedale a non essere in turno per le reperibilità nei fine settimana e nei servizi notturni. Rispetto la Situazione del 2018 pare ancor più incredibile considerato che i tre medici presenti sottodimensionati numericamente affrontavano le reperibilità gli otto attuali non coprono gli orari notturni e del fine settimana. Né si può parlare di esigenze di bilancio perché questa situazione determina un aumento dei costi per l’ISS in quanto tutte le consulenze di telemedicina, assieme alle relative prestazioni erogate ai pazienti che devono essere trasferiti e ricoverati fuori territorio, sono ovviamente a pagamento. Un’ulteriore doverosa considerazione è relativa al ritardo nella diagnosi della patologia cardiologica che determina un allungamento dei tempi per eventuale trasferimento nel reparto di pertinenza con i relativi rischi per il paziente. Alla luce delle ripetute criticità che emergono pressoché quotidianamente nel delicato e nevralgico comparto socio sanitario e che il PDCS ha puntualmente e continuamente segnalato, cogliamo con favore l’invito rivolto da Difendiamo San Marino ad una riflessione ampia che coinvolga tutti gli attori interessati al fine di trovare insieme soluzioni comuni e funzionali a tutela di un sistema sanitario efficiente ed adeguato che i cittadini hanno diritto di veder garantito.
Gruppo di Lavoro Sanità