Il comunicato dell'USC di qualche giorno fa in cui ci accusava di aver indicato dati presi a casaccio ci ha spinto a ricontrollare meticolosamente le percentuali dei prezzi pubblicate dall'Ufficio di Statistica. Da questa nuova verifica emerge purtroppo che i dati di questo Ufficio riproducono impietosamente la cruda realtà e documentano senza possibilità di smentita il considerevole aumento dei prezzi dei generi alimentari, raffrontati con quelli di Rimini e non dell’intera Italia, così come già avevamo denunciato. Su base annua (il raffronto con il mese di dicembre o la media del 2018 serve solo per gettare fumo negli occhi perché non ha alcun valore), nel primo trimestre 2019 a San Marino gli incrementi dei prezzi dei prodotti alimentari, rispetto agli stessi periodi dell'anno precedente, sono stati rispettivamente del 7,2% in gennaio, del 5,6%, in febbraio e del 4,7% in marzo. A Rimini, invece, i prezzi di questi prodotti sono aumentati nel 2019 rispetto agli stessi periodi del 2018, dello 0,2% in gennaio, dell'1,7% in febbraio, dell'1,2% in marzo, come si può facilmente evincere dalle tabelle pubblicate sui rispettivi siti. Confermiamo che i rilevamenti dell'Ufficio di Statistica sono stati presi con gli stessi criteri dell'Istat italiano, e ciò rende estremamente indicativo e verosimile mettere a confronto l'andamento dei prezzi registrato a San Marino con le realtà territoriali italiane confinanti. Abbiamo altresì la conferma che all’interno della categoria dei prodotti alimentari e bevande analcoliche, l’incremento è da attribuirsi in larghissima misura alla componente relativa alla frutta e verdura fresca, mentre per quelli confezionati, in effetti, la tendenza sembra essere allineata tra San Marino ed il circondario. È vero che il costo degli alimenti freschi è influenzato dalla stagionalità e da fattori come il maltempo, ma questo vale anche per gli ortaggi e la frutta che si vendono nella vicina Rimini. Una differenza così elevata non è affatto giustificata né comprensibile, a maggior ragione quando si tratta di prodotti di largo consumo delle famiglie. Rispetto al numero e tipologia degli esercizi in cui vengono effettuate le rilevazioni, ci risulta che il metodo utilizzato sia anch’esso analogo a quanto utilizzato in tutta Italia. Non ci interessa fare polemica, ma solo tutelare i cittadini e i consumatori ed è per questo che è necessario quanto prima un incontro con tutte le associazioni di categorie per affrontare il problema del caro prezzi a San Marino.
CSU