Sul presunto episodio in cui sarebbe coinvolto uno dei Capi di Stato, quando si tratta di persone che ricoprono incarichi istituzionali, deve essere fatta chiarezza nei tempi più brevi possibili
Uno spazio importante dell'ultima puntata di "CSdL Informa" è stato dedicato alla ratifica da parte del C. G. e G. della Convenzione dell'OIL contro le violenze e molestie sui luoghi di lavoro, il primo trattato internazionale in materia. Ora inizia il lavoro per consentire a tutte le vittime di molestie e violenza di disporre degli strumenti necessari per mettere fine agli abusi. Non è sufficiente dichiarare di essere contro la violenza e le molestie nel mondo del lavoro, ma occorre che tutti i soggetti interessati facciano la loro parte; oltre al sindacato, anche i datori di lavoro, la Pubblica Amministrazione, il Governo.
La legge del 2008 contro le violenze di genere costituisce un impianto adeguato, da contestualizzare al mondo del lavoro. La discussione, con una visione di genere, era già cominciata a seguito dell’iniziativa della Segreteria per il Lavoro, quando ha presentato la bozza del Piano Pluriennale, con l’obiettivo di condividere le azioni da mettere in campo per attuare la Convenzione. È stata per noi l’occasione di rimarcare che dopo la ratifica era necessario tradurre in atti concreti la Raccomandazione n. 206, all’interno della quale vengono definiti tutti gli ambiti di intervento: adeguare la normativa, ivi compresa la 31/98 relativamente alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, potenziare l’apparato pubblico e sanitario con sezioni dedicate, il Tribunale, ecc.
Abbiamo appreso con piacere che buona parte delle nostre osservazioni sono state riportate nella Relazione che accompagnava la proposta di ratifica della Convenzione n. 190, presentata dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri. Finora, di fatto, l'unica possibilità per chi subisce violenze o molestie suoi luoghi di lavoro è quella di dimettersi e cercarsi un nuovo impiego, e non è previsto alcun sostegno.
Per fare emergere il fenomeno servono buoni leggi, nonché facilmente applicabili. La convenzione impone a tutti, datori di lavoro compresi, di denunciare gli atti di violenza e molestie. Se non lo fa la vittima, deve essere garantita tale possibilità a soggetti terzi che ne siano a conoscenza, tutelandoli sotto ogni aspetto per evitare ritorsioni, a partire dall’anonimato.
Non poteva mancare un riferimento alle cronache relative ad un presunto episodio di molestie sessuali in cui sarebbe coinvolta una delle massime cariche dello Stato. Per la CSdL, di fronte ad accuse di tale portata, non si può stare nel limbo: o interviene una smentita, o si devono trarre le dovute conseguenze, e quindi lasciare i propri incarichi istituzionali.
Il Congresso di Stato ha sottolineato il fatto che i Capi di Stato devono osservare la regola del silenzio. Non siamo giuristi, ma ci sembra che se questa deve essere osservata anche di fronte a fatti del genere, occorre cambiarla. Peraltro, è stata criticata la stampa per aver diffuso la notizia prima del termine del semestre. La libertà di stampa non può essere sottoposta a limitazioni, se non a quella di non diffondere notizie false. Supponendo che venisse commesso un abuso o un fatto grave a inizio mandato, la cittadinanza non dovrebbe venirne a conoscenza prima di sei mesi? Quando si tratta di persone che ricoprono incarichi istituzionali, deve essere fatta chiarezza nei tempi più brevi possibili.
La CSdL è vicina a tutte le donne che subiscono atti di violenza e molestie di genere. La legge in materia prevede già un’aggravante qualora queste venissero messe in atto sui luoghi di lavoro. Occorre prevederne una ulteriore per i casi in cui a compierle fosse chi ricopre incarichi istituzionali, in quanto costituisce un abuso di potere ancora più grave di quello di un qualunque altro datore di lavoro.
Un riferimento è stato fatto anche rispetto alla sanità sammarinese. Non sembra che la situazione di grave difficoltà sia cambiata ad un mese dall'insediamento del nuovo Direttore dell'ISS. È ancora presto per esprimere valutazioni ma intanto si può già affermare che uno dei primi atti di rilievo è quello di volersi dotare di uno staff di cinque unità, di cui quattro all’8° livello: cosa mai vista prima. I cittadini non possono più aspettare: la medicina di base va riorganizzata e resa pienamente operativa.
Ora che la situazione della pandemia sembra sensibilmente migliorata, soprattutto per quanto concerne i ricoveri ospedalieri, il personale che finora è stato dirottato ai servizi per l'emergenza Covid, deve essere riassegnato nelle proprie posizioni. Occorre ridare piena efficienza alla medicina territoriale e rendere efficiente l’intero sistema sanitario pubblico.
Comunicato stampa
CSdL