I problemi del nostro sistema bancario risalgono a molti anni addietro, come dovrebbe essere noto a tutti, ai tempi della creazione della piazza finanziaria senza regole, fra il 1999 e il 2004. Non certo agli ultimi due anni. In poco tempo furono distribuite otto nuove banche, concesse come si disse “agli amici degli amici”, per non parlare delle innumerevoli società finanziarie. L’illusione di quella stagione sui soldi facili perdurò a lungo, fino all’inevitabile resa dei conti con le regole internazionali che avevamo ignorato fino al 2008. Ora, dopo molti sacrifici, siamo tornati alla situazione esistente prima del 1999, cioè a quattro banche operanti. Il Segretario della Democrazia Cristiana Gian Carlo Venturini, che dal palco della Festa dell’Amicizia ha lanciato censure a destra e manca, dovrebbe ricordarsi di quegli anni giacché era consigliere di maggioranza prima e membro di governo poi. Nella Repubblica di San Marino, in occasione delle crisi bancarie e a differenza di quanto accaduto altrove, si sono voluti salvaguardare i risparmiatori senza ricorrere al bail-in, come pure propugnato da qualcuno. Con altrettanta determinazione si è lavorato per sostenere il nostro sistema bancario, nell’interesse dell’economia sammarinese che non soffre la crisi dai toni catastrofici che qualcuno utilizza irresponsabilmente. Il Governo sostenuto da ADESSO.SM, in una situazione comunque molto difficile, si è impegnato a fondo in questa direzione. Gli interventi sulle banche in crisi hanno comportato un costo elevatissimo per il bilancio dello Stato e quindi per tutti i Sammarinesi, ragione per cui Repubblica Futura ha sostenuto con forza la necessità di fare chiarezza su quanto è accaduto. Di eventuali responsabilità penali si occuperà il Tribunale. Di quelle politiche, c’è la Commissione di Inchiesta istituita ad hoc e appena insediata, che potrà indagare sull’intero arco di tempo in cui sono nate ed hanno operato le banche presenti sul nostro territorio. Non possiamo, quindi, che esprimere preoccupazione sul fatto che, fra i membri della Commissione d’Inchiesta, vi siano persone che abbiano avuto favori, denaro o comunque che hanno intrattenuto rapporti d’affari o professionali con chi aveva la proprietà o partecipava ad uno degli istituti bancari oggetto dell’indagine. Se ciò fosse confermato, occorre salvaguardare la credibilità della Commissione ed agire di conseguenza. Altrettanta preoccupazione destano le ricorrenti affermazioni, non nuove in verità, volte a richiedere la fine della legislatura per insediare fantomatici nuovi governi, che avrebbe come effetto immediato la decadenza della Commissione d’Inchiesta e la fine dei suoi lavori. Sarebbe un’occasione persa per fare luce su un periodo non esaltante della nostra storia in cui le otto licenze bancarie furono distribuite da governi di cui Giancarlo Venturini sembra essersi completamente dimenticato.
Comunicato stampa
Repubblica Futura