La lettera inviata alla stampa dall’ing. Marino Grandoni reclama alcune considerazioni. Viene da sorridere -se non ci fosse da piangere- di fronte a chi si spaccia per vittima nonostante la contraria considerazione che riteniamo buona parte del paese condivida su di lui, sulla sua influenza politica degli ultimi decenni, compreso l’attuale governo. Ci auguriamo che Grandoni abbia informato il “fantomatico” acquirente di banca CIS che la sua controllante Leiton Holding ha un debito mai onorato, da più di un anno, con Cassa di Risparmio: debito che altrimenti dovrebbero pagare i cittadini. Ci auguriamo che abbia tempestivamente informato il commissario straordinario di banca CIS e soprattutto la vigilanza di Banca Centrale, il cui nulla osta per qualsiasi vendita è propedeutico alla stessa. Siamo certi che Grandoni abbia informato l’acquirente che il prezzo di acquisto deve sostenere i buchi patrimoniali della banca oltre alle potenziali fuoriuscite di liquidità. Speriamo che la società a cui sostiene di aver venduto le quote del Cis detenute tramite Leiton holding, oltre ad avere il placet preventivo del Commissario e di Banca Centrale, oltre ad essere stata messa a conoscenza della reale situazione patrimoniale di CIS, sia anche una società solida che dia continuità alla banca, tuteli dipendenti e correntisti, detenga denari puliti e non si mascheri dietro mentite spoglie come il famoso e “telegenico” Ali Turki. Per quanto riguarda la commissione d’inchiesta su banca CIS e banca Partner, ribadiamo che è un preciso dovere della politica fare chiarezza sui motivi per cui a seguito di ogni ispezione verso Banca Cis e Partner, gli ispettori venivano licenziati. È certo utile comprendere se anche gli attacchi di questi mesi alla banca Centrale seguano la stessa regia! È doveroso conoscere se vi siano state segnalazioni, esposti, denunce in tribunale e in tal caso perché (e da chi) sono state “lasciate nel cassetto”. Dovremo sapere a chi appartengono i depositi custoditi in questa banca e se vi sia stata una concessione del credito “allegra”. In definitiva, caro Dott.Ing, è troppo facile fare impresa “alla schettino”: ci auguriamo che la sua nota stampa non configuri un ulteriore tentativo di mescolare le carte fingendo una vendita per poter sostenere che la banca non è più di sua proprietà, lasciando le perdite e le macerie alla cittadinanza. Crediamo che spiegazioni sui file audio e i tanti sms pubblicati siano un preciso dovere verso la cittadinanza. Se lei considera una commissione d’inchiesta, la volontà di far chiarezza, il rispetto delle regole bancarie a tutela del sistema come un “attacco” alla sua persona, sappia che invece noi la consideriamo Giustizia, con la G maiuscola. È evidente che con questo termine non intendiamo la stessa cosa… e sa cosa c’è? Ce ne compiacciamo!
RETE-MD