Unione per la Repubblica ha tenuto nei giorni scorsi una serie di incontri con le rappresentanze sindacali, CSU e USL e le forze politiche sul tema “riforma Banca Centrale”.
UPR ha su questo tema redatto un progetto di legge che per scelta ha sospeso dall’esame in sede referente in Commissione Consiliare Permanente Finanze e Bilancio, poiché riteneva utile avere un confronto generale su un tema di vitale importanza per il Paese.
A prescindere dalla paternità del progetto è nostra ferma intenzione mettere a disposizione il progetto per giungere alla riforma di una istituzione che troppo spesso è stata al centro di polemiche e critiche provenienti sia dalla maggioranza che dall’opposizione.
In un momento cui è da ricostruire la dirigenza di BCSM riteniamo vi siano gli elementi di neutralità affinché il legislatore possa ridisegnare lo statuto della Banca preparandolo a un nuovo corso in linea agli orientamenti espressi dal Consiglio Grande e Generale sul settore finanziario.
Le dimissioni e tutto quanto le ha precedute e seguite impongono una seria riflessione sulla organizzazione, struttura e dirigenza di Banca Centrale che non è solo vigilanza ma ha settori molto più ampi di azione.
In questo il dibattito in corso nel paese in questi giorni sulla necessità di linee di credito a sostegno del sistema bancario, i timori delle ripercussioni della crisi greca sull’area euro, vedono completamente assente Banca Centrale, che non può essere solo una proiezione nel bene e nel male dei propri dirigenti, ma deve essere, in ragione delle dimensioni e struttura un elemento portante nelle scelte che governo e Consiglio Grande e Generale devono portare aventi.
Così fino a oggi non è stato e l’auspicio di UPR che invece molto presto Banca Centrale rivesta un ruolo di sostegno al sistema, divenendo referente non del solo governo ma di tutte le istituzioni del Paese.
In questo senso sono i confronti avuti sono stati molti interessanti poiché hanno permesso di approfondire temi non contenuti nel progetto UPR, che potrebbero essere inseriti come emendamenti nei lavori in commissione, rivalutandone invece altri che alla luce degli ultimi accadimenti potrebbero essere riconsiderati.
Alla luce di tutto ciò nelle prossime settimane UPR continuerà a tenere incontri su questo tema per affinare proposte tecniche e predisporre un percorso politico che possa portare a compimenti quanto ormai tutte le forze politiche auspicano da tempo.
In tutto ciò è da considerare anche la necessità di dare seguito ai disposti dell’ordine del giorno conclusivo sul tema Banca Centrale; UPR auspica che celermente si avvii il percorso per individuare il nuovo presidente con una azione incisiva del Governo e il massimo confronto dei gruppi consiliari. I numerosi fattori di incertezza e potenziale instabilità impongono scelte ponderate ma rapide e ricordiamo che ci stiamo avvicinando alla sessione consiliare di luglio senza che nulla sia accaduto.
Non è nostra intenzione mettere pressione o fare fretta, ma ci sono fattori contingenti che non possono essere trascurati in ragione dei quali BCSM deve essere celermente messa in condizione di esprimere tutte le potenzialità che la struttura oggi non esprime.
UPR ha su questo tema redatto un progetto di legge che per scelta ha sospeso dall’esame in sede referente in Commissione Consiliare Permanente Finanze e Bilancio, poiché riteneva utile avere un confronto generale su un tema di vitale importanza per il Paese.
A prescindere dalla paternità del progetto è nostra ferma intenzione mettere a disposizione il progetto per giungere alla riforma di una istituzione che troppo spesso è stata al centro di polemiche e critiche provenienti sia dalla maggioranza che dall’opposizione.
In un momento cui è da ricostruire la dirigenza di BCSM riteniamo vi siano gli elementi di neutralità affinché il legislatore possa ridisegnare lo statuto della Banca preparandolo a un nuovo corso in linea agli orientamenti espressi dal Consiglio Grande e Generale sul settore finanziario.
Le dimissioni e tutto quanto le ha precedute e seguite impongono una seria riflessione sulla organizzazione, struttura e dirigenza di Banca Centrale che non è solo vigilanza ma ha settori molto più ampi di azione.
In questo il dibattito in corso nel paese in questi giorni sulla necessità di linee di credito a sostegno del sistema bancario, i timori delle ripercussioni della crisi greca sull’area euro, vedono completamente assente Banca Centrale, che non può essere solo una proiezione nel bene e nel male dei propri dirigenti, ma deve essere, in ragione delle dimensioni e struttura un elemento portante nelle scelte che governo e Consiglio Grande e Generale devono portare aventi.
Così fino a oggi non è stato e l’auspicio di UPR che invece molto presto Banca Centrale rivesta un ruolo di sostegno al sistema, divenendo referente non del solo governo ma di tutte le istituzioni del Paese.
In questo senso sono i confronti avuti sono stati molti interessanti poiché hanno permesso di approfondire temi non contenuti nel progetto UPR, che potrebbero essere inseriti come emendamenti nei lavori in commissione, rivalutandone invece altri che alla luce degli ultimi accadimenti potrebbero essere riconsiderati.
Alla luce di tutto ciò nelle prossime settimane UPR continuerà a tenere incontri su questo tema per affinare proposte tecniche e predisporre un percorso politico che possa portare a compimenti quanto ormai tutte le forze politiche auspicano da tempo.
In tutto ciò è da considerare anche la necessità di dare seguito ai disposti dell’ordine del giorno conclusivo sul tema Banca Centrale; UPR auspica che celermente si avvii il percorso per individuare il nuovo presidente con una azione incisiva del Governo e il massimo confronto dei gruppi consiliari. I numerosi fattori di incertezza e potenziale instabilità impongono scelte ponderate ma rapide e ricordiamo che ci stiamo avvicinando alla sessione consiliare di luglio senza che nulla sia accaduto.
Non è nostra intenzione mettere pressione o fare fretta, ma ci sono fattori contingenti che non possono essere trascurati in ragione dei quali BCSM deve essere celermente messa in condizione di esprimere tutte le potenzialità che la struttura oggi non esprime.
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