All'interno del progetto di legge di assestamento di bilancio è presente un articolo che ripropone la c.d. rottamazione delle cartelle esattoriali: è previsto uno sconto sulle sanzioni per chi non ha pagato contributi, monofase e imposte. Il Segretario della Confederazione del Lavoro Enzo Merlini lo ha commentato nell'ultima puntata di "CSdL Informa". "Un provvedimento analogo era già stato adottato qualche anno fa; all'epoca sembrava l'ennesimo provvedimento una tantum teso a fare cassa, visto l’enorme ammontare dei crediti. Assistiamo ad una stridente contraddizione: da un lato è stato approvato un Decreto - recentemente l'abbiamo comunicato anche pubblicamente - che ha l'obiettivo di rendere più efficiente ed incisivo il lavoro di riscossione dell'esattoria; dall'altro si ripropone un provvedimento che ancora una volta fa lo sconto a coloro che sono inadempienti. Tra l'altro non è dato a sapere quali risultati abbia prodotto in precedenza il medesimo provvedimento; per effetto di questo sconto c'è stato un numero significativo di soggetti economici che hanno effettivamente pagato quello che dovevano? Nella relazione ciò non è indicato. In ogni caso, così facendo si dà l’idea che fra qualche anno ce ne sarà un altro ancora. Quindi, il messaggio che passa è molto chiaro: perché pagare, se è lecito attendersi che tra qualche anno arriverà un altro condono. Ad oggi, l’applicazione delle sanzioni è l’unico deterrente per indurre tutti a fare il proprio dovere. Visti i tassi applicati dalle banche per i finanziamenti necessari allo svolgimento dell'attività economica, perché rivolgersi agli istituti di credito per farsi fare credito? Tanto vale che sia lo Stato a fare da banca: costa meno!!! Noi non siamo d'accordo su questa misura. La motivazione che viene addotta, ascoltando anche il dibattito che ogni volta si sviluppa fuori dai nostri confini, è che questi provvedimenti servono perché, altrimenti, l'alternativa sarebbe non incassare niente. Se questo fosse il pericolo, è una ragione in più per rivedere il sistema. Da tempo sosteniamo che il capitale sociale delle imprese debba essere proporzionato al volume d'affari, al fine di avere adeguate garanzie per il pagamento di stipendi, contributi e imposte. Inoltre, occorre che le procedure di riscossione dei crediti siano tempestive. Ancora oggi veniamo a conoscenza di imprese che non hanno pagato i contributi per anni ed i lavoratori non sono stati informati per tempo, né rispetto all’inadempienza in quanto tale, né rispetto alle azioni di recupero crediti intraprese, compresi gli eventuali piani di rientro definiti dall’ISS o da Banca Centrale. Non va per niente bene!!! Non può essere ostentato il diritto alla privacy anche in situazioni di questo genere. Se serve una modifica normativa, chiediamo al Governo di adottarla quanto prima."
cs CSdL