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Umberto Orsini è "Il costruttore Solness": da giovedì 14 a sabato 16 marzo al Teatro Galli

13 mar 2019
Umberto Orsini è "Il costruttore Solness": da giovedì 14 a sabato 16 marzo al Teatro Galli
A pochi giorni dal debutto nazionale dello scorso 20 febbraio, il Teatro Galli ospita da giovedì 14 a sabato 16 marzo (turni ABC) Il costruttore Solness, uno dei capolavori di Ibsen che Umberto Orsini porta in scena con la sua compagnia, in coproduzione col Teatro Stabile dell’Umbria.

L’opera è diretta da Alessandro Serra, reduce dallo straordinario successo internazionale di Macbettu (ospitato nella stagione di prosa riminese 2017/18 al Teatro Novelli e vincitore nel 2017 del Premio Ubu come Spettacolo dell’anno e del Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro) che si afferma in questa Stagione come uno tra i più apprezzati registi della nuova generazione.

Il Costruttore Solness si colloca nella rete artistica “Progetto Ibsen – I pilastri della drammaturgia contemporanea” e vede in scena, al fianco di Orsini, Lucia Lavia nel ruolo di Hilde, Renata Palminiello, Pietro Micci, Chiara Degani, Salvo Drago e Flavio Bonacci nel ruolo di Knut Brovik.

“È da moltissimo tempo che nutro per Solness un interesse vivissimo – spiega Orsini - È la storia di tanti assassinii. Giovani che uccidono i vecchi spingendoli ad essere giovani e vecchi che uccidono se stessi nel tentativo di raggiungere l’impossibile ardore giovanile. Una storia segnata da una grande carica erotica e da uno spregiudicato esercizio del potere. Impossibile pensare di metterlo in scena senza aver trovato una giovane protagonista femminile e un regista sensibile e visionario. Sono certo di averli trovati in Lucia Lavia e in Alessandro Serra ed è questo che mi spinge con fiducia verso questa nuova affascinante avventura nella speranza di offrire al pubblico, che in questi anni riscopre la potenza espressiva del mondo di Ibsen, un tassello quasi dimenticato della sua genialità”.


“Solness – racconta Serra - è un grande costruttore che edifica la propria fortuna sulle ceneri della casa di famiglia della moglie derubandola di ogni possibile felicità futura. Solness è terrorizzato dai giovani che picchiano alla porta e chiedono ai vecchi di farsi da parte. Ma la giovane Hilde non si preoccupa di bussare, decide di fare irruzione con una energia sottile e implacabile. È tornata per rivendicare il suo regno di Principessa. Quel castello in aria che il grande costruttore le promise dieci anni prima. Solness si nutre della vita delle donne che lo circondano ma quest’ultima gli sarà fatale e lo accompagnerà, amandolo, fino al bordo del precipizio. Se Solness è un costruttore, Ibsen è un perfetto architetto in grado di edificare una casa dall’aspetto perfettamente borghese e ordinario, nelle cui intercapedini si celano principesse dimenticate, demoni e assistenti magici al servizio del padrone. Solness soffre di vertigini, è già salito su una torre superando in un delirio di onnipotenza la paura del vuoto fino ad arrivare a dare del tu a Dio, minacciandolo di non costruire mai più chiese per lui. Ma dopo dieci anni il senso di colpa nei confronti della moglie e la paura di dover cedere il posto ai giovani lo indeboliranno e quando Hilde lo condurrà nuovamente in cima a una sua opera, si accorgerà che ciò che ha realizzato come uomo e come artista è troppo fragile per sostenere il peso della perduta felicità”.

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