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Usot sui numeri del turismo

19 apr 2024
Usot sui numeri del turismo

I “numeri” dicono molto ma non dicono tutto e si prestano a diverse letture, in base alla dinamica che si vuol risaltare (o nascondere). Il buon risultato del Turismo, evidenziato anche nel recente report del Fondo Monetario Internazionale, è un segnale importante così come è importante aver superato i due milioni di turisti nel 2023; un numero che dice molto ma non dice, e sarebbe importante capire ed approfondire, se sono turisti con capacità di spesa e se la nostra offerta turistica (beni e servizi) sia adeguata a chi ha potenzialmente soldi da spendere. I numeri relativi agli eventi della Segreteria di Stato per il Turismo non dicono quanto di più (molto di più) si potrebbe e dovrebbe fare in periodi di bassa stagione, la c.d. destagionalizzazione. I numeri sul tasso di occupazione delle strutture ricettive rappresentano anche il grandissimo problema del numero, questo sì molto chiaro, della carenza di strutture ricettive e quindi di posti letto. Secondario per qualcuno forse, ma non certamente per USOT, è la necessità di evidenziare che le strutture ricettive, i ristoranti ed i bar, le attività che appartengono quindi al c.d. Settore Turistico, sono presenti su tutto il Territorio e non solo nel Centro Storico e Zona Unesco. Tutte queste attività vivono tuttora criticità che, da tempo e in diverse occasioni, abbiamo rappresentato e formalizzato a Governo e Politica ma che, nemmeno in questa legislatura, son state affrontate e tutti i problemi denunciati per dare maggiore impulso allo sviluppo del Turismo sono ancora sul tavolo, irrisolti. L’imminente inizio della campagna elettorale per le prossime elezioni politiche ci dà l’occasione per comunicare, anche mezzo stampa, ai partiti e movimenti impegnati nella stesura dei loro programmi elettorali, le questioni già presenti sul tavolo e che necessitano di urgente attenzione da parte del futuro esecutivo. La prima e più pressante criticità, visto anche il periodo dell’anno, è la mancanza di lavoratori. L'offerta di impiego proveniente dalle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione sta crescendo più che in altri settori economici, ma il fabbisogno non riesce ad essere soddisfatto. Alla base del problema non c’è solo l’ormai noto tema dell’attrattività del comparto, ma anche un altro fenomeno, che abbraccia trasversalmente vari ambienti economici, un “gap” tra domanda e offerta. Il gap, in questo caso, è relativo principalmente alle competenze, dalle più classiche che si possono apprendere negli istituti di istruzione specializzati alle “nuove” relative, ad esempio, al green e al digital. Il risultato è che il lavoro c’è ma non ci sono i lavoratori. Contrariamente a quanto si possa pensare, il divario non riguarda solo le figure di alto profilo, ma anche quelle con competenze più basiche. I dati raccolti in Italia (le aziende italiane vivono la medesima dinamica e problematica) dimostrano che con riferimento alle figure qualificate il gap è salito, in un anno, di 50 punti percentuali, nonostante un aumento della domanda. Questo significa che questi lavoratori han trovato occupazione in settori diversi. La difficoltà nel reperimento delle risorse si riscontra anche per i tecnici del marketing (+43,6%), i cuochi (+28,4%), i camerieri (+27,2%), nonché per il personale meno qualificato come gli addetti alla ristorazione (+13,3%) e gli addetti ai servizi pulizia (+37,8%). Fra le diverse cause che, nel tempo, han portato a questa carenza di personale un ruolo determinante è stato ed è dovuto alla “formazione”. Su questa tematica è necessario coinvolgere imprese, istituzioni e ambienti scolastici in un serio confronto su come (ri)dare valore a queste professioni. Il percorso deve partire dagli anni della scuola, che ha il compito di formare quelle competenze strategiche sempre più richieste dal mercato del lavoro, attraverso percorsi di qualità, per favorire l'occupabilità e la transizione scuola-lavoro. Un altro passaggio fondamentale è l'attivazione di iter di “certificazione delle competenze” a beneficio sia degli studenti, che possono dare maggiore valore al proprio percorso formativo, sia delle imprese, che possono avere così l'opportunità di reperire profili in linea con le proprie necessità. La formazione qualificata è un aspetto che deve assumere un ruolo centrale anche all’interno del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Il benessere e il Associazione USOT Unione Sammarinese Operatori del Turismo Via Napoleone Bonaparte, 75 – 47890 – San Marino (RSM) 0549 900 438 / +39 350 153 5183 www.usot.sm – info@usot.sm welfare aziendale sono diventati punti fondamentali e la formazione continua è la chiave per il futuro di hotel, ristoranti e bar, dell’industria turistica nel suo insieme. La formazione, inoltre, non dovrebbe essere vista come un evento isolato, ma come un processo in corso che accompagni i professionisti lungo tutta la loro carriera. Per restare competitivi in un settore così dinamico, bisogna essere disposti ad adattarsi costantemente e a investire nella formazione. Gli imprenditori che investono nella formazione e nello sviluppo delle competenze hanno compreso bene come il successo della loro azienda dipenda anche dalla qualità e dalla motivazione del personale. Ecco perché bisognerebbe puntare più su una formazione continua, in modo da mantenere i lavoratori motivati, aumentando l’attaccamento verso l’azienda e riducendo il turnover. Non di secondaria importanza è l’aspetto economico. La retribuzione per il lavoratore ma anche, ovviamente, il costo del lavoro per l’azienda. Sicuramente una busta paga più robusta è un incentivo ed è un fattore attrattivo, anche se non l’unico; in questo senso è necessario un confronto fra imprenditori, organizzazioni sindacali e Governo. Serve detassare gli stipendi – senza aumentare il costo del lavoro per non penalizzare la competitività dell’offerta turistica - ed aumentare le retribuzioni, soprattutto per i giovani che escono da scuole specializzate o con particolari e certificate competenze.

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