I tre giovani partigiani Mario Capelli, Luigi Nicolò, Adelio Pagliarani, nell'estate del 1944 facevano parte del medesimo Distaccamento della 29ª Brigata GAP "Gastone Sozzi". Durante una operazione di sabotaggio ad una trebbiatrice, con l'obbiettivo di impedire la trebbiatura del grano da consegnare ai nazifascisti, un gappista riminese fu riconosciuto e denunciato, catturato, e costretto sotto tortura a denunciare i compagni di lotta.
A causa di queste informazioni i tre partigiani, che avevano come sede operativa la vecchia caserma di Via Ducale, nel centro storico di Rimini, vennero sorpresi dai nazifascisti il 14 agosto, mentre un quarto partigiano che era con loro, Alfredo Cecchetti, riuscì a salvarsi. Imprigionati e torturati, non rivelarono i nomi di loro compagni. Processati da un tribunale tedesco e riconosciuti colpevoli di "ammassamento clandestino di armi e munizioni a fine terroristico e di reati di sabotaggio e attentati contro cose e persone", il 16 agosto vennero condotti in piazza ed impiccati alle sette del mattino.
Poco dopo la Giunta Municipale, nominata dal C.L.N., deliberò di cambiare il nome della piazza Giulio Cesare in piazza Tre Martiri e a seguito dell'intervento di arredo urbano realizzato nel 2000, il luogo ove avvenne l'esecuzione è segnalato a terra dalla proiezione idealizzata della trave cui erano appesi i capestri, mentre sul muro dell'edificio prospiciente è posta una targa ricordo in bronzo realizzata dallo scultore Elio Morri. Una lapide, che ricorda la base partigiana ove avvenne la cattura dei tre giovani, è murata sulla facciata della vecchia caserma in Via Ducale n. 5.
Mario Capelli, Luigi Nicolò, Adelio Pagliarani rappresentano il simbolo della Resistenza e dei caduti nella lotta di Liberazione nel territorio della Provincia di Rimini, e per celebrare il 73esimo anniversario del sacrificio dei Tre Martiri, il Comune di Rimini celebrerà l’eroica ricorrenza con una cerimonia commemorativa, nel corso della quale verranno deposte corone di alloro nella piazza dedicata alle vittime dell’eccidio, in piazza Ferrari e in via Ducale. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
A causa di queste informazioni i tre partigiani, che avevano come sede operativa la vecchia caserma di Via Ducale, nel centro storico di Rimini, vennero sorpresi dai nazifascisti il 14 agosto, mentre un quarto partigiano che era con loro, Alfredo Cecchetti, riuscì a salvarsi. Imprigionati e torturati, non rivelarono i nomi di loro compagni. Processati da un tribunale tedesco e riconosciuti colpevoli di "ammassamento clandestino di armi e munizioni a fine terroristico e di reati di sabotaggio e attentati contro cose e persone", il 16 agosto vennero condotti in piazza ed impiccati alle sette del mattino.
Poco dopo la Giunta Municipale, nominata dal C.L.N., deliberò di cambiare il nome della piazza Giulio Cesare in piazza Tre Martiri e a seguito dell'intervento di arredo urbano realizzato nel 2000, il luogo ove avvenne l'esecuzione è segnalato a terra dalla proiezione idealizzata della trave cui erano appesi i capestri, mentre sul muro dell'edificio prospiciente è posta una targa ricordo in bronzo realizzata dallo scultore Elio Morri. Una lapide, che ricorda la base partigiana ove avvenne la cattura dei tre giovani, è murata sulla facciata della vecchia caserma in Via Ducale n. 5.
Mario Capelli, Luigi Nicolò, Adelio Pagliarani rappresentano il simbolo della Resistenza e dei caduti nella lotta di Liberazione nel territorio della Provincia di Rimini, e per celebrare il 73esimo anniversario del sacrificio dei Tre Martiri, il Comune di Rimini celebrerà l’eroica ricorrenza con una cerimonia commemorativa, nel corso della quale verranno deposte corone di alloro nella piazza dedicata alle vittime dell’eccidio, in piazza Ferrari e in via Ducale. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
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