Nella notte di ieri sono arrivate altre due famiglie di profughi ucraini e una terza questo pomeriggio. Rimini apre le porte a chi scappa dalla guerra e incassa l'appoggio anche della Regione, che si è detta pronta a fare tutto il possibile per accoglierli e assisterli. Disponibilità dunque sia per le richieste del Governo, sia per un'azione congiunta con i Prefetti, sindaci ed enti locali. Anche sul Titano in queste ore si sta definendo un apposito decreto per agevolare l’ingresso e il soggiorno dei cittadini ucraini in fuga. Intanto da San Marino a Rimini continua la raccolta di denaro e di beni di prima necessità destinati agli sfollati e ai soldati al fronte. Anche la rete delle farmacie dell'Alta Valmarecchia si è resa disponibile a raccogliere prodotti sanitari. Servono principalmente medicinali, medicazioni, cibo pronto che non richiede cottura, pannolini e assorbenti.
Il materiale donato a Rimini nei tre punti di via XX Settembre, via Tripoli e del Blocco 34 del Gros viene caricato su furgoni, diretti al confine tra Polonia e Ucraina e poi da lì a Leopoli e altre città. Tantissime le persone che hanno partecipato alla raccolta. La solidarietà del circondario commuove i volontari ucraini, ma non riesce a cancellare il dolore e la preoccupazione per i connazionali in pericolo di vita. "Abbiamo parenti là, è la nostra Patria, la nostra terra - racconta una di loro -. Noi non siamo scappati, siamo qui da 15 anni, ma là ci sono bambini, parenti, esseri umani. Solo al pensiero di rimanere schiavi di Putin... E' una tragedia".
Nel video le interviste a Michele Lari di Teambòta e a due volontarie ucraine