Ali Turki, il saudita che avrebbe dovuto comprare Banca Cis, si sente truffato e rivuole indietro i circa 30 milioni di euro che ha versato a San Marino. Già presentate, a dicembre, due denunce: a San Marino e in Italia. Per l'ingegner Marino Grandoni è sciacallaggio mediatico e Ali Turki in realtà non aveva i soldi per comprare la banca. “L'abbiamo denunciato per le sue inadempienze – dichiara - sia in Arabia Saudita che in Inghilterra”.
Doveva comprare Banca Cis per circa 92 milioni di euro ma, dopo aver versato una prima tranche di 15 milioni di euro, Ali Turki non ha proceduto con il cosiddetto “closing”, ovvero la chiusura dell'affare, per le ragioni che spiega il suo avvocato Stefano Caroli:” In sede di 'due diligence', durante la trattativa per l'acquisto della banca, gli erano state taciute alcune informazioni che, se conosciute in anticipo, gli avrebbero consentito di chiudere l'affare diversamente o di non chiuderlo affatto. I 15 milioni di euro – prosegue Caroli – dovevano essere depositati in un conto vincolato all'affare. Non potevano e non dovevano essere utilizzati dal soggetto che cedeva le quote”.
L'ingegner Marino Grandoni, che abbiamo incontrato, sostiene invece che “l'operazione di cessione di Banca Cis non si è perfezionata perché in realtà Ali Turki non aveva i soldi: le disponibilità che vantava non erano reali. La proprietà della banca, ritenendosi danneggiata - prosegue Grandoni - ha attivato azioni legali nei suoi confronti sia in Inghilterra che in Arabia Saudita".
Oltre ai 15 milioni del preliminare per l'acquisto di Banca Cis, Alì Turki vorrebbe recuperarne anche altri 12,5 che dice di aver prestato all'intermediario dell'operazione di compravendita della banca, con un versamento diretto su un conto corrente, sempre al Cis: “E' stato erogato da Ali Turki all'egiziano Ashraf e anche questo prestito – dichiara Caroli – credo che debba essere chiarito. Non voglio aggiungere più di tanto su questo aspetto perché ci sono delle indagini in corso e rispetto il lavoro dell'autorità giudiziaria”.
Ali Turki si ritiene inoltre danneggiato perché su due Rolls Royce che ha comprato ed intestato fiduciariamente ad una società sono state iscritte ipoteche per ottenere credito da Banca Cis: “Il dottor Turki – dichiara Caroli – non era un estraneo in quel momento. I vertici della banca sapevano benissimo che stavano iscrivendo un'ipoteca su beni riconducibili a terzi anche se formalmente intestati, per ragioni tecniche, ad una società sammarinese”.
L'ingegner Grandoni non commenta sulla vicenda del prestito ad Ashraf e neppure sulle Rolls Royce precisando che non è suo costume interferire sull'operatività della banca. “Siamo stati ingannati tutti – dichiara Grandoni riferendosi ad Alì Turki – tuttavia ora è evidente che la teoria del complotto tra noi, il saudita e banca centrale, è del tutto infondata”.
Ali Turki, intanto, è rimasto nelle vicinanze di San Marino: si è trasferito a Misano Adriatico dove ha affittato una villa.
l.s.
Doveva comprare Banca Cis per circa 92 milioni di euro ma, dopo aver versato una prima tranche di 15 milioni di euro, Ali Turki non ha proceduto con il cosiddetto “closing”, ovvero la chiusura dell'affare, per le ragioni che spiega il suo avvocato Stefano Caroli:” In sede di 'due diligence', durante la trattativa per l'acquisto della banca, gli erano state taciute alcune informazioni che, se conosciute in anticipo, gli avrebbero consentito di chiudere l'affare diversamente o di non chiuderlo affatto. I 15 milioni di euro – prosegue Caroli – dovevano essere depositati in un conto vincolato all'affare. Non potevano e non dovevano essere utilizzati dal soggetto che cedeva le quote”.
L'ingegner Marino Grandoni, che abbiamo incontrato, sostiene invece che “l'operazione di cessione di Banca Cis non si è perfezionata perché in realtà Ali Turki non aveva i soldi: le disponibilità che vantava non erano reali. La proprietà della banca, ritenendosi danneggiata - prosegue Grandoni - ha attivato azioni legali nei suoi confronti sia in Inghilterra che in Arabia Saudita".
Oltre ai 15 milioni del preliminare per l'acquisto di Banca Cis, Alì Turki vorrebbe recuperarne anche altri 12,5 che dice di aver prestato all'intermediario dell'operazione di compravendita della banca, con un versamento diretto su un conto corrente, sempre al Cis: “E' stato erogato da Ali Turki all'egiziano Ashraf e anche questo prestito – dichiara Caroli – credo che debba essere chiarito. Non voglio aggiungere più di tanto su questo aspetto perché ci sono delle indagini in corso e rispetto il lavoro dell'autorità giudiziaria”.
Ali Turki si ritiene inoltre danneggiato perché su due Rolls Royce che ha comprato ed intestato fiduciariamente ad una società sono state iscritte ipoteche per ottenere credito da Banca Cis: “Il dottor Turki – dichiara Caroli – non era un estraneo in quel momento. I vertici della banca sapevano benissimo che stavano iscrivendo un'ipoteca su beni riconducibili a terzi anche se formalmente intestati, per ragioni tecniche, ad una società sammarinese”.
L'ingegner Grandoni non commenta sulla vicenda del prestito ad Ashraf e neppure sulle Rolls Royce precisando che non è suo costume interferire sull'operatività della banca. “Siamo stati ingannati tutti – dichiara Grandoni riferendosi ad Alì Turki – tuttavia ora è evidente che la teoria del complotto tra noi, il saudita e banca centrale, è del tutto infondata”.
Ali Turki, intanto, è rimasto nelle vicinanze di San Marino: si è trasferito a Misano Adriatico dove ha affittato una villa.
l.s.
Riproduzione riservata ©