Non c'è nesso tra quanto sequestrato e quanto ricercato come prova, né il “fumus delicti”, ossia la probabilità dell'effettiva consumazione del reato. Le due ordinanze del Giudice per le Appellazioni, quella di revoca degli arresti domiciliari a Daniele Guidi e quella più recente che annulla tutte le perquisizione ed i sequestri, aprono uno scenario sconcertante perché smontano l'impianto accusatorio del commissario della Legge Simon Luca Morsiani.
Nella seconda il giudice David Brunelli ricorda che per attuare provvedimenti invasivi come misure cautelari personali coercitive– l'ex Ad di Cis è stato agli arresti domiciliari per due settimane- così come per sequestri di computer o telefoni, è necessario che ci siano elementi che in due anni d'indagine non sono emersi. Né per quanto riguarda il reato che è sempre il più difficile da provare, l'associazione a delinquere, contestata anche all'ingegner Marino Grandoni e Marco Mularoni, vice direttore pro tempore di banca CIS, che per tutti gli altri. Nel caso di Guidi, amministrazione infedele, ostacolo alla vigilanza e concorso in corruzione, quest'ultimo per un conto corrente di 450 euro, acceso in banca Cis ed intestato ad un funzionario di Banca Centrale. Era un rimborso spese per un corso d'aggiornamento di una dipendente, è stato poi chiarito nel corso dell'interrogatorio. Difficile a questo punto ipotizzare quali saranno gli sviluppi giudiziari della vicenda: solo la Procura Fiscale potrebbe impugnare l'ordinanza di Brunelli, con un reclamo in terza istanza, che per quella di revoca degli arresti domiciliari ancora non ha fatto. Probabile a questo punto, per preservare l' imparzialità dell'eventuale iter processuale, la richiesta di ricusazione del commissario della Legge Morsiani: voci insistenti al riguardo, di cui però non si è ancora avuto conferma.
s.b.
Nella seconda il giudice David Brunelli ricorda che per attuare provvedimenti invasivi come misure cautelari personali coercitive– l'ex Ad di Cis è stato agli arresti domiciliari per due settimane- così come per sequestri di computer o telefoni, è necessario che ci siano elementi che in due anni d'indagine non sono emersi. Né per quanto riguarda il reato che è sempre il più difficile da provare, l'associazione a delinquere, contestata anche all'ingegner Marino Grandoni e Marco Mularoni, vice direttore pro tempore di banca CIS, che per tutti gli altri. Nel caso di Guidi, amministrazione infedele, ostacolo alla vigilanza e concorso in corruzione, quest'ultimo per un conto corrente di 450 euro, acceso in banca Cis ed intestato ad un funzionario di Banca Centrale. Era un rimborso spese per un corso d'aggiornamento di una dipendente, è stato poi chiarito nel corso dell'interrogatorio. Difficile a questo punto ipotizzare quali saranno gli sviluppi giudiziari della vicenda: solo la Procura Fiscale potrebbe impugnare l'ordinanza di Brunelli, con un reclamo in terza istanza, che per quella di revoca degli arresti domiciliari ancora non ha fatto. Probabile a questo punto, per preservare l' imparzialità dell'eventuale iter processuale, la richiesta di ricusazione del commissario della Legge Morsiani: voci insistenti al riguardo, di cui però non si è ancora avuto conferma.
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