La richiesta di rinvio a giudizio è per 38 persone, tutte quelle coinvolte nell’inchiesta, che ruota attorno ai soldi, frutto di narcotraffico, depositati al Credito Sammarinese dal broker della droga Vincenzo Barbieri, ucciso in un agguato nel marzo 2011 e affiliato alla cosca Mancuso della ‘ndrangheta. Il Credito navigava in cattive acque ed aveva bisogno di soldi per superare la crisi. Per l’accusa, non si curò delle infiltrazioni malavitose che ne sarebbero derivate. La richiesta riguarda anche i vertici della banca sammarinese ormai chiusa, ed è stata avanzata al giudice per le indagini preliminari, che ora fisserà la data dell’inizio dell’udienza preliminare. In manette a suo tempo erano finiti il direttore Valter Vendemini, il vice Sandro Sapignoli, il presidente Lucio Amati, il componente del collegio sindacale Massimiliano Sensi. Sotto indagine anche i membri del comitato esecutivo. L’inchiesta sammarinese invece resta aperta, e coinvolge almeno una ventina di persone: non può chiudersi finché l’Italia non risponde alle rogatorie. Finora è stata solo rigettata la richiesta di estradizione per Lucio Amati, avanzata dalla magistratura sammarinese, che lo voleva a San Marino. Il Gip di Catanzaro, all’inizio di luglio, aveva accolto la richiesta dei sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, per il processo con rito immediato nei confronti di altri tre indagati, tra cui Domenico Macrì, che assieme a Barbara Gabba, fu colui che presentò al direttore Vendemini il nuovo cliente Barbieri. L’inizio del processo con rito immediato è stato fissato per il 25 settembre.
Francesca Biliotti
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