“Non prima di giovedì 29 giugno, alle 14.30”: questa la formula utilizzata dal Giudice del dibattimento Gilberto Felici per annunciare, questa mattina, la lettura della sentenza del Processo sul Conto Mazzini: il processo del secolo, a San Marino, con 21 imputati, tra cui otto ex Segretari di Stato.
Domani, dunque, nel primo pomeriggio si dovrebbe sapere quale sarà il verdetto, salvo eventuali slittamenti che il Giudice, chiuso in camera di consiglio dalle 10:45 circa, potrebbe comunicare alle parti nelle prossime ore.
Nella sua requisitoria il Procuratore del Fisco Roberto Cesarini aveva chiesto la condanna per 20 dei 21 imputati a pene tra i 4 anni e 1 mese e i 12 anni, per un totale di oltre 125 anni. Chieste anche confische per 775milioni di euro, mentre le parti civili hanno chiesto risarcimenti: l'Eccellentissima Camera – ovvero lo Stato – ritiene di aver avuto un danno da 30 almeno milioni di euro; la Democrazia Cristiana ha invece chiesto una provvisionale di 250mila euro – 50mila per ciascuno dei cinque imputati, ex esponenti Pdcs – che – se riconosciuti – verranno destinati in beneficenza.
Tutte le difese, come noto, hanno chiesto l'assoluzione dei rispettivi imputati: compreso l'avvocato Alessandro Scarano che stamani – nell'ultima udienza dibattimentale – ha chiesto l'assoluzione delle società Rp, Penta Immobiliare, Altamarea e Casati. Il legale, come molti suoi colleghi, ha fondato la sua tesi sull'indeterminatezza dei capi di imputazione e anche su quella che ritiene essere la mancata prova del reato presupposto, ovvero la provenienza illecita dei soldi: imprescindibile per sostenere l'accusa di riciclaggio. Provenienza illecita che invece per la Procura del Fisco e le parti civili è emersa dagli atti di indagine.
l.s.
Domani, dunque, nel primo pomeriggio si dovrebbe sapere quale sarà il verdetto, salvo eventuali slittamenti che il Giudice, chiuso in camera di consiglio dalle 10:45 circa, potrebbe comunicare alle parti nelle prossime ore.
Nella sua requisitoria il Procuratore del Fisco Roberto Cesarini aveva chiesto la condanna per 20 dei 21 imputati a pene tra i 4 anni e 1 mese e i 12 anni, per un totale di oltre 125 anni. Chieste anche confische per 775milioni di euro, mentre le parti civili hanno chiesto risarcimenti: l'Eccellentissima Camera – ovvero lo Stato – ritiene di aver avuto un danno da 30 almeno milioni di euro; la Democrazia Cristiana ha invece chiesto una provvisionale di 250mila euro – 50mila per ciascuno dei cinque imputati, ex esponenti Pdcs – che – se riconosciuti – verranno destinati in beneficenza.
Tutte le difese, come noto, hanno chiesto l'assoluzione dei rispettivi imputati: compreso l'avvocato Alessandro Scarano che stamani – nell'ultima udienza dibattimentale – ha chiesto l'assoluzione delle società Rp, Penta Immobiliare, Altamarea e Casati. Il legale, come molti suoi colleghi, ha fondato la sua tesi sull'indeterminatezza dei capi di imputazione e anche su quella che ritiene essere la mancata prova del reato presupposto, ovvero la provenienza illecita dei soldi: imprescindibile per sostenere l'accusa di riciclaggio. Provenienza illecita che invece per la Procura del Fisco e le parti civili è emersa dagli atti di indagine.
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