Nuova udienza del processo a quattro dipendenti del macello pubblico accusati della cosiddetta “truffa del cartellino”. Secondo l’accusa dopo aver timbrato, lasciavano il posto di lavoro per effettuare delle commissioni personali. Ascoltati numerosi testimoni a partire dagli agenti della Polizia Civile che hanno svolto le indagini partite da segnalazioni fatte al comando a da lamentele di utenti del macello. Informato il magistrato gli agenti hanno ottenuto l’autorizzazione per piazzare una telecamera nel luogo di timbratura del cartellino e hanno riscontrato che uno, solitamente il primo che arrivava in ufficio, timbrava per tutti gli altri. Prima delle conclusioni, previste altre testimonianze.