All'epoca aveva destato un certo scalpore – vista l'entità della somma, circa 2 milioni e mezzo di euro - il processo per il riciclaggio di denaro proveniente dalla bancarotta della Rolsat srl: società di Pescara che operava nell’ambito dei servizi a pagamento 899. La condanna più pesante – 4 anni e 2 mesi – fu quella nei confronti del 47enne di Senigallia Mauro Fontana: amministratore della finanziaria Uno s.a., finita poi in liquidazione. A poco meno di 2 anni di distanza, tuttavia, il Giudice di II grado ha dichiarato il non doversi procedere, nei suoi confronti, per intervenuta prescrizione. Ridotta, poi, ad 1 anno e 4 mesi – rispetto a due anni di prigionia, pena sospesa –, la condanna ad un albanese accusato di lesioni, atti persecutori e maltrattamenti contro la convivente sammarinese, deceduta nei mesi scorsi. Confermata, invece, la sentenza di primo grado – 2 anni e 6 mesi per truffa aggravata – per una donna, all'epoca dei fatti all'ufficio spedizioni, che avrebbe fatto timbrare il cartellino da suoi colleghi. Attenuata di 12 mesi, infine – per l'intervenuta prescrizione di 2 capi d'imputazione -, la condanna a 2 anni e mezzo di prigionia inflitta nel 2017 a Gianluca Pelliccioni: accusato di aver effettuato contraffazioni su documenti da utilizzare per la vendita di una Maserati rubata. Dopo aver dato lettura alle sentenze d'appello, il Magistrato Battaglino è passato alla trattazione di un procedimento nei confronti di un 23enne, e due 19enni, sorpresi a Murata, nell'ottobre di 2 anni fa, a consumare stupefacenti. Presenti in aula i due più giovani: un ragazzo ed una ragazza – quest'ultima residente in Repubblica – legati da una relazione sentimentale. In apertura d'udienza il loro legale ha chiesto la riammissione all'esperimento probatorio; nonostante in precedenza non fosse andato a buon fine. Il Procuratore del Fisco – anche in considerazione del fatto che i 2, all'epoca, erano minorenni – è andato addirittura oltre: ha ottenuto dalla coppietta l'impegno solenne a non fare più uso di droghe; poi ha proposto, per loro, il perdono giudiziale. “Forse – ha dichiarato schernendosi un po' il PF – con la vecchiaia sto diventando troppo buono”. Il Commissario della Legge ha comunque accolto la richiesta. Condannando invece il 23enne a 3 mesi di prigionia, con il beneficio della sospensione condizionale della pena.
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