Si sarebbe finta magistrato, convincendo le parti lese di poter incidere sull'esito di alcune vertenze in Italia e facendosi dunque consegnare del denaro. Un Giudice autentico, il Commissario della Legge Battaglino, l'aveva però condannata in primo grado a 7 mesi di prigionia per truffa – pena sospesa -, e al versamento di una provvisionale di 6.500 euro. Oggi, per Edda Di Pietro – 50enne originaria del Teramano – l'udienza d'appello. Secondo la Difesa le testimonianze a suo carico sarebbero inattendibili, e non vi sarebbero sufficienti prove del reato. Richiesta anche una consulenza tecnica per far luce sulla cancellazione di una conversazione su Facebook, ritenuta rilevante. Procura del Fisco e avvocato di Parte Civile, invece, hanno insistito sulla conferma del dispositivo di Primo Grado. Il Giudice d'Appello Francesco Caprioli si è riservato di decidere sull'ammissione della perizia; in caso di non accoglimento la sentenza è attesa entro 3 mesi. Stesso termine per il caso del 52enne monzese Walter Marinelli – già titolare di 2 società in Repubblica -, e condannato in precedenza ad un anno, con i benefici di legge, per l'emissione di false fatture, con l'obiettivo di accedere al regime forfettario. Procedimento che vede come Parte Civile l'Avvocatura dello Stato. In udienza d'appello, soprattutto, un confronto su un'eccezione dei difensori, relativa ad una supposta prescrizione del reato. Il Giudice Caprioli dovrà anche decidere sull'appello presentato dai legali del pesarese Marcello Quaresima, condannato in primo grado, per calunnia, a 6 mesi. Secondo l'accusa aveva denunciato falsamente lo smarrimento di un assegno, dopo averlo utilizzato per pagare un creditore in seguito deceduto. L'avvocato difensore - tra le altre cose - ha chiesto un supplemento di perizia calligrafica sull'assegno. La sentenza entro 90 giorni, sempre che il Giudice d'Appello non decida di rimettere gli atti in istruttoria.
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