Dopo lo sgomento Roma scopre la tensione. Un terremoto come quello dell'inchiesta 'Mondo di Mezzo' non può lasciare intatte le istituzioni - scrive l'Ansa - e 'Mafia Capitale' con i suoi capi in carcere fa ancora paura. La preoccupazione nei palazzi è forte, il prefetto prescrive la scorta al sindaco Ignazio Marino, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti sospende l'assegnazione di tutte le gare d'appalto, mentre si verificano quelle passate. Una revisione generale sarà compiuta dall'Alto commissario nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. Per capire se e fino a dove arrivava l'influenza di Massimo Carminati e dei suoi soci.
Ieri una giornata convulsa, con l'arresto del latitante Giovanni De Carlo, che si è consegnato al Ros dei carabinieri all'aeroporto di Fiumicino di ritorno dalla Thailandia. L'Arma ha diffuso anche il video della cattura di Carminati domenica scorsa vicino Roma. Un blitz in piena regola con i militari che hanno bloccato l'auto dell'ex Nar con le armi spianate. Pare che il boss della mafia romana avesse avuto una soffiata e si stesse preparando a fuggire. E forse aveva dato ordine di distruggere l'arsenale della banda, che non è stato ancora trovato. Carminati avrebbe avuto complici anche nelle forze dell'ordine. Intanto i pm puntano ai suoi legami con le istituzioni e tra gli indagati ancora coperti ci sarebbero altri esponenti locali e manager. Ed è soprattutto la politica a interrogarsi e a cercare contromisure allo sconvolgimento portato da 'Mondo di Mezzo'. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano difende Roma, dicendo che "non è marcia, è sana", ma si riserva di valutare eventuali proposte del prefetto, che sta esaminando l'ipotesi di proporre lo scioglimento del Comune per mafia. Una ipotesi che non trova d'accordo il presidente del Senato, Piero Grasso: "Il Comune di Roma è assolutamente al di fuori di queste tematiche, soltanto alcuni sono coinvolti. Per sciogliere un Comune ci vuole ben altro" – ha detto Grasso. E poi c'è anche il caso del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, fotografato con il braccio destro di Carminati, Salvatore Buzzi, ras delle cooperative sociali, qualche anno fa quando guidava la Lega Coop nazionale. "Sto male nel vedere il mio nome coinvolto", ha affermato Poletti, che non rientra nell'indagine, "pensavo che Buzzi fosse una persona perbene".
(Ansa)
Ieri una giornata convulsa, con l'arresto del latitante Giovanni De Carlo, che si è consegnato al Ros dei carabinieri all'aeroporto di Fiumicino di ritorno dalla Thailandia. L'Arma ha diffuso anche il video della cattura di Carminati domenica scorsa vicino Roma. Un blitz in piena regola con i militari che hanno bloccato l'auto dell'ex Nar con le armi spianate. Pare che il boss della mafia romana avesse avuto una soffiata e si stesse preparando a fuggire. E forse aveva dato ordine di distruggere l'arsenale della banda, che non è stato ancora trovato. Carminati avrebbe avuto complici anche nelle forze dell'ordine. Intanto i pm puntano ai suoi legami con le istituzioni e tra gli indagati ancora coperti ci sarebbero altri esponenti locali e manager. Ed è soprattutto la politica a interrogarsi e a cercare contromisure allo sconvolgimento portato da 'Mondo di Mezzo'. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano difende Roma, dicendo che "non è marcia, è sana", ma si riserva di valutare eventuali proposte del prefetto, che sta esaminando l'ipotesi di proporre lo scioglimento del Comune per mafia. Una ipotesi che non trova d'accordo il presidente del Senato, Piero Grasso: "Il Comune di Roma è assolutamente al di fuori di queste tematiche, soltanto alcuni sono coinvolti. Per sciogliere un Comune ci vuole ben altro" – ha detto Grasso. E poi c'è anche il caso del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, fotografato con il braccio destro di Carminati, Salvatore Buzzi, ras delle cooperative sociali, qualche anno fa quando guidava la Lega Coop nazionale. "Sto male nel vedere il mio nome coinvolto", ha affermato Poletti, che non rientra nell'indagine, "pensavo che Buzzi fosse una persona perbene".
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