Secondo quanto riporta il quotidiano “La Verità”, l'ex commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, sarebbe indagato dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulle mascherine. Arcuri, difeso dall'avvocatessa Grazia Volo, ha detto di non sapere nulla della notizia. La vicenda riguarda una maxi-fornitura del valore di 1,25 miliardi di euro per l'acquisto di centinaia di milioni di mascherine cinesi, oggetto dell'inchiesta dei pm romani che sospettano che una 'cricca' di affaristi abbia approfittato dell'emergenza sanitaria per accaparrarsi profitti ingenti ai danni del committente pubblico. Arcuri sarebbe accusato di peculato assieme a Antonio Fabbrocini, suo stretto collaboratore e responsabile unico per la procedura di acquisizione dei circa 800 milioni di mascherine, da tre diversi consorzi cinesi.
A quanto riporta “La Verità”, i pm si sarebbero mossi dopo l'arrivo di una rogatoria inoltrata a San Marino il 2 febbraio e integrata successivamente da altri documenti. Secondo l'accusa le società di mediazione con i consorzi cinesi sarebbero state strapagate, con provvigioni per circa 70 milioni di euro. Arcuri ha sempre negato di essere al corrente di questi mega-compensi, tramite ricarico sul prezzo, e ha sostenuto invece di essere stato "oggetto di illecite strumentalizzazioni da parte degli intermediari. In questo presunto giro di traffico di influenze è indagato - tra gli altri – Daniele Guidi, ex amministratore delegato di Banca CIS.