Non arriverà a breve la svolta nelle indagini sulla morte di Makha Niang, 27 anni originario del Senegal, ucciso con 2 colpi di pistola sulla passeggiata degli Artisti, una traversa di via Coletti a Rimini alle 2.45 nella notte tra martedì e mercoledì.
Magistratura e polizia si attengono alla più rigida riservatezza circa le indagini sulle quali nel pomeriggio si è tenuto un briefing in Procura per "uno scambio di informazioni" anche con gli investigatori del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Rimini che ieri sera hanno arrestato per porto illegale di arma da fuoco due cittadini albanesi proprio in via Coletti la zona dell'omicidio del senegalese.
Si tratta di un 28enne e un 22enne, trovati in possesso di un coltello a serramanico nonché di una pistola "Smith & Wesson" calibro 357 magnum modello plus da 7 colpi, con un proiettile dello stesso calibro e di due bossoli ancora inseriti nel tamburo. I due fermi al momento non sarebbero collegati da prove scientifiche all'omicidio del senegalese, bensì agli spari "a vuoto" partiti da un appartamento di Sant'Ermete a Santarcangelo di Romagna il 31 marzo scorso.
Le indagini dei carabinieri nell'immediatezza permisero di risalire già un mese fa ad un'autovettura di grossa cilindrata notata allontanarsi a gran velocità dal luogo dell'esplosione dei colpi. La stessa vettura che ieri sera un equipaggio del Nucleo Radiomobile ha notato transitare in via Coletti con due giovani a bordo. Durante la perquisizione della vettura, i carabinieri hanno trovato la pistola e il coltello. La pistola sequestrata però non sarebbe da mettere in relazione all'omicidio del 27enne senegalese perché di un calibro non compatibile con le ferite riportate dalla vittima.
Un proiettile di piccolo calibro l'avrebbe infatti colpito al braccio sinistro per poi uscire dal braccio destro. La morte di Makha Niang è sopraggiunta per "emorragia pericardica" come stabilito dall'autopsia. Un secondo proiettile non letale avrebbe quindi fratturato la tibia omerale del ragazzo.
Magistratura e polizia si attengono alla più rigida riservatezza circa le indagini sulle quali nel pomeriggio si è tenuto un briefing in Procura per "uno scambio di informazioni" anche con gli investigatori del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Rimini che ieri sera hanno arrestato per porto illegale di arma da fuoco due cittadini albanesi proprio in via Coletti la zona dell'omicidio del senegalese.
Si tratta di un 28enne e un 22enne, trovati in possesso di un coltello a serramanico nonché di una pistola "Smith & Wesson" calibro 357 magnum modello plus da 7 colpi, con un proiettile dello stesso calibro e di due bossoli ancora inseriti nel tamburo. I due fermi al momento non sarebbero collegati da prove scientifiche all'omicidio del senegalese, bensì agli spari "a vuoto" partiti da un appartamento di Sant'Ermete a Santarcangelo di Romagna il 31 marzo scorso.
Le indagini dei carabinieri nell'immediatezza permisero di risalire già un mese fa ad un'autovettura di grossa cilindrata notata allontanarsi a gran velocità dal luogo dell'esplosione dei colpi. La stessa vettura che ieri sera un equipaggio del Nucleo Radiomobile ha notato transitare in via Coletti con due giovani a bordo. Durante la perquisizione della vettura, i carabinieri hanno trovato la pistola e il coltello. La pistola sequestrata però non sarebbe da mettere in relazione all'omicidio del 27enne senegalese perché di un calibro non compatibile con le ferite riportate dalla vittima.
Un proiettile di piccolo calibro l'avrebbe infatti colpito al braccio sinistro per poi uscire dal braccio destro. La morte di Makha Niang è sopraggiunta per "emorragia pericardica" come stabilito dall'autopsia. Un secondo proiettile non letale avrebbe quindi fratturato la tibia omerale del ragazzo.
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