Dopo aver soccorso di 141 persone sui barconi al largo della Libia con la nave Aquarius, Sos Mediterranée e Medici senza frontiere lanciano l'allarme: "Le persone salvate a bordo hanno dichiarato ai nostri team di aver incrociato cinque diverse navi che non hanno offerto loro alcuna assistenza, prima di essere soccorse dall'Aquarius. Le navi potrebbero non essere disposte a rispondere a coloro che sono in difficoltà a causa dell'alto rischio di rimanere bloccate e di vedersi negare un luogo sicuro di sbarco". Fra i migranti ci sarebbero anche 67 minori non accompagnati.
Sembra esclusa l'ipotesi che la nave, con a bordo il 70% di migranti provenienti da Somalia ed Eritrea, possa attraccare in Italia. Ieri il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha detto che la Aquarius non vedrà mai un porto italiano". La nave della ong si sta ora dirigendo verso nord per richiedere il luogo di sbarco più vicino a un altro Centro di Coordinamento.
"I governi europei hanno fatto tutto il possibile per sostenere il Centro di Coordinamento dei Soccorsi libico, tuttavia gli eventi mostrano che non hanno assolutamente la capacità di coordinare un salvataggio", ha detto Aloys Vimard, coordinatore di MSF a bordo di Aquarius, secondo il quale "un soccorso non è completo fino a quando non avviene lo sbarco in un luogo sicuro". Prosegue Vimard, "il Centro di Coordinamento dei Soccorsi Libico ci ha chiaramente detto che non ce lo avrebbe assegnato. Inoltre non ha informato l'Aquarius delle imbarcazioni in pericolo di cui era a conoscenza".
Durante le operazioni di salvataggio, la ong ha riferito di aver informato delle operazioni svolte tutte le autorità competenti tra cui i Centri Nazionali di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Italia, Malta e Tunisia. Finora nessuna certezza e nessun porto sicuro.
Sembra esclusa l'ipotesi che la nave, con a bordo il 70% di migranti provenienti da Somalia ed Eritrea, possa attraccare in Italia. Ieri il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha detto che la Aquarius non vedrà mai un porto italiano". La nave della ong si sta ora dirigendo verso nord per richiedere il luogo di sbarco più vicino a un altro Centro di Coordinamento.
"I governi europei hanno fatto tutto il possibile per sostenere il Centro di Coordinamento dei Soccorsi libico, tuttavia gli eventi mostrano che non hanno assolutamente la capacità di coordinare un salvataggio", ha detto Aloys Vimard, coordinatore di MSF a bordo di Aquarius, secondo il quale "un soccorso non è completo fino a quando non avviene lo sbarco in un luogo sicuro". Prosegue Vimard, "il Centro di Coordinamento dei Soccorsi Libico ci ha chiaramente detto che non ce lo avrebbe assegnato. Inoltre non ha informato l'Aquarius delle imbarcazioni in pericolo di cui era a conoscenza".
Durante le operazioni di salvataggio, la ong ha riferito di aver informato delle operazioni svolte tutte le autorità competenti tra cui i Centri Nazionali di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Italia, Malta e Tunisia. Finora nessuna certezza e nessun porto sicuro.
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