Nei primi nove mesi del 2013 in Italia sono stati 737 gli episodi di pirateria stradale, con 907 feriti e 82 morti, registrati dall'Osservatorio il Centauro Asaps, l'associazione sostenitori della Polstrada. La classifica vede 117 episodi in Lombardia (10 morti), 82 in Emilia-Romagna (sei vittime): le due province romagnole del mare, Rimini e Ravenna, sono risultate le più esposte al fenomeno della pirateria, con 22 e 14 episodi e 4 morti fino a fine settembre. Proprio nel Ravennate, a Castel Bolognese, si è verificato nella tarda serata di ieri l'ultimo episodio della serie, vittima una donna di 76 anni travolta e uccisa da un'auto. "Il 20% dei pirati individuati subito dopo l'incidente è risultato in stato di ebbrezza da alcol o droga", spiega il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni. "Ma a questi va poi aggiunta la percentuale di quelli identificati nei giorni successivi, nei confronti dei quali non è più possibile eseguire l'accertamento con l'etilometro: è quindi agevole proiettare la percentuale degli ebbri intorno al 40%. Sono poi in aumento le fughe per mancanza dell'assicurazione del veicolo, ormai intorno al 10%. Inoltre, un pirata su quattro è straniero. E il 60% dei conducenti che si danno alla fuga viene poi identificato dalle forze di polizia: in questo caso, un aiuto sostanziale arriva dalle numerose telecamere puntate su molte strade". Secondo l'Asaps, è auspicabile "che finalmente la politica trovi anche il tempo per approvare la nuova figura dell'omicidio stradale con un aumento significativo delle pene, soprattutto le minime. Per chi uccide ubriaco o drogato, e per di più si dà alla fuga, dovrebbe poi scattare il cosiddetto 'Ergastolo della patente'. Alla fine di una vita - sottolinea Biserni - deve corrispondere in questi casi la fine della guida per il pirata".
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