Il caso era quello del presunto riciclaggio in Repubblica di 1.450.000 euro: già posti sotto sequestro durante l'istruttoria, e che costituirebbero, secondo gli inquirenti, una piccola frazione del provento di una maxi-truffa alla previdenza di Stoccolma. Processo complicato dalla transnazionalità della vicenda, e che vedeva come imputati la svedese Sara Johansen Gergeo - legale rappresentante della Gergeo Invest AB – e il triestino, residente a Malta, Michele Furlan. Sarebbe stato quest'ultimo, in qualità di procuratore speciale della società, ad accendere rapporti presso l'allora Banca CIS. Ad essere sentito, allora, oggi, in qualità di testimone – in videoconferenza - l'ex AD dell'istituto di credito Daniele Guidi. “Non seguivo materialmente l'apertura di conti correnti – ha precisato -; ero il Direttore, non mi occupavo di queste cose”. Sentito, sempre da remoto – e con l'assistenza di un interprete -, anche un consulente della società dell'imputata; il professionista ha dichiarato che all'epoca si guardò a San Marino poiché si era alla ricerca di una banca che non facesse interessi negativi, come accadeva invece nei Paesi dell'eurozona. Si è passati dunque alle conclusioni; quindi, nel tardo pomeriggio, la sentenza del Commissario della Legge Buriani, che ha condannato la Gergeo a 5 anni di prigionia e 45.000 euro di multa; disposta anche la confisca delle somme sequestrate. Assolto, invece, per difetto dell'elemento soggettivo, Michele Furlan.
In mattinata anche altri processi, questa volta davanti al Giudice Battaglino, che ha condannato a 2 anni e 1 mese di prigionia una riminese di 46 anni, accusata di aver sottratto oltre 3.000 euro – l'incasso di un weekend, di un'edicola di Murata – dal borsello di un dipendente dell'esercizio. Infine il caso di un ex impiegato di una compagnia assicurativa sammarinese, alla sbarra per appropriazione indebita. Era accusato di essersi appropriato di somme di denaro versate da clienti; ma è stato assolto poiché non consta abbastanza dell'elemento materiale del reato.