Aveva piazzato microcamere nel bagno dell'azienda dove lavorava, a San Marino, per spiare nell'intimità l'unica collega di sesso femminile, una sammarinese, poi aveva scaricato i tanti file, frutto di almeno 7 mesi di spiate, in un pc, e lì sono stati ritrovati, per puro caso, quando l'uomo aveva lasciato quel posto di lavoro. Sei mesi, con la pena sospesa, la condanna inflitta all'imputato, un uomo di Pietracuta, per il reato di violazione di domicilio che, a prima vista, appare un po' improprio, infatti nel corso dell'udienza si è a lungo dibattuto sull'argomento. Ma il vecchio codice di procedura penale non prevede reati più appropriati. L'uomo dovrà anche risarcire il danno, da quantificare in sede civile, il giudice ha comunque già fissato una provvisionale di 5.000 euro, e pagare le spese di costituzione di parte civile. In udienza, che si è svolta a porte chiuse, l'imputato che in fase istruttoria si era avvalso della facoltà di non rispondere, questa volta ha accettato di essere interrogato in aula, ha ammesso gli addebiti e si è anche scusato. Invece non è ancora stata presa una decisione sul processo Fasea, l'azienda che deve rispondere di attentato alla salute pubblica: la difesa aveva chiesto la nullità dell'istruttoria, lo scorso 15 novembre, il commissario della legge non ha ancora comunicato se intende far ricominciare daccapo l'intera istruttoria.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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