La Grande Guerra vista da Mendes (per la splendida fotografia di Roger Deakins) attraverso i racconti bellici del nonno, è una piccola guerra di posizione giocata nella “terra di nessuno” in una lunga corsa contro il tempo per salvarsi. La pellicola è una sorta di SALVATE IL SOLDATO RYAN della Prima Guerra Mondale. Inglesi contro tedeschi nella Francia nord-orientale in una semplice sceneggiatura, che racconta due soldati britannici (caporali Blake e Schofield: 2 giovani attori protagonisti, veramente di scuola), staffette tra i comandi, in lotta contro il tempo (come in piano sequenza continuo lungo un giorno e una notte) per fermare lo stermino di un battaglione vittima di una trappola strategica germanica. Trincee come formicai, acquitrini e ratti, lande desolate disseminate di MORTE: cavalli, mezzi, corpi riconoscibili dalle casacche; e tanto dolore... Una guerra sullo sfondo di tanti piccoli drammi umani chiamati persone: di qua e di là (oltre il filo spinato, la prima linea e le buche rigonfie di morte putrida). Un cane domestico straziato e un secchio di latte appena munto, una vacca libera al pascolo dopo i bombardamenti, colpiscono e toccano gli stessi soldati sempre pronti ad ammazzarsi. Ricostruzione storica e realtà bellica richiamano l'Operazione Alberich della Linea Hindenburg ai danni dell'Esercito francese. Un disastro ambientale programmato in una finta ritirata tedesca sulla pelle dei civili con strade e case distrutte, alberi abbattuti, trappole e morte silenziosa come lo scorrere dei fiumi...
fz