Si dice che d’estate si legga di più. Soprattutto per ammazzare il tempo sotto l’ombrellone. Una motivazione poco edificante, ma l’Italia, si sa, non brilla per amore dei libri. Quando esce un best seller tutti si tuffano su quello, ma pochi vanno al di là degli scaffali davanti alla cassa, zone strategiche per scrittori privilegiati. Difficilmente Canale Mussolini di Antonio Pennacchi raggiungerà le vette di vendite della “solitudine dei numeri primi”, libro, quest’ultimo, che ha fatto gridare allo scandalo coloro che associano ancora il premio Strega a Flaiano, Pavese, Ginsburg, Levi. Questa volta, però, sono tutti d’accordo: l’opera di Pennacchi merita per stile e valore letterario. Basterà alle vendite? Secondo l’Istat in una casa su dieci, fatta eccezione per i testi scolastici, non c’è neppure un libro. C’è chi invece li usa come componente d’arredo. Meglio che niente – direte -, e sicuramente utile per le nuove generazioni. Perché è ormai provato che non sono solo i genitori lettori ad incoraggiare alla lettura, ma anche i libri che i giovani si trovano in casa. Lo confermano i numeri: solo il 29,6 % dei giovani tra gli 11 e i 14 anni che vivono in case senza libri dichiarano di averne letto almeno uno nel tempo libero nell’ultimo anno. Ma dove ci sono più di duecento libri la percentuale sale all’83,9%.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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