Cosa oscilla continuamente tra realistico e fantastico se non la fiaba 'imperfetta' in un fantasy italiano alla Genovese: IL PRIMO GIORNO di una vita che ricomincia in quell'angolo della esistenza che rasenta la morte. Opera ispirata al romanzo del regista scritto alla Dino Buzzati. Un giorno e una notte di pioggia A ROMA per l'intera durata del film. Un mondo guardata dall'alto da un dio sconosciuto e anaffettivo. Un inviato divino che è un uomo senza nome incontra 4 sconosciuti che non sanno nemmeno vedere... Girano intorno alla felicità che non trovano mai: la domanda sei felice? Sembra non avere più senso in una 'città eterna' talmente minuscola da essere irriconoscibile: tutto si scioglie sotto l'acqua sporca con le persone che ci abitano. Dall'alto di uno dei colli romani tutto rimane al buio s'illuminano solo i cuori pieni di gioia: pochissimi, e si spengono subito. Il perché di Genovese (cioè la risposta alle questioni umane) muore nelle 4 domande dei protagonisti che non si pongono (suicidio), purtroppo...