All'origine tre atti ibseniani di fine 800 (il dramma borghese, osteggiato dal capitalismo norvegese al potere, censurato e messo in scena solo in Svezia e a Chicago nel 1883) in un'unica parte concepita, oggi, da Paravidino per il Teatro del Veneto: scarnificato nell'offuscata Casa Alving con uno specchio come proscenio. Il mondo delle ombre (spettri) dove persistono i riflessi della destrutturazione sociale (perbenismo e malanimo provocano malattia e tradimento) contro l'individuo perso (nichilismo) in lunghi spazi e silenzi alla Bergman in un “tableau vivant” registico (quasi una cartolina cinematografica).